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Grottammare, lunedì 10 aprile inizieranno le 40 ore di Adorazione Eucaristica

GROTTAMMARE – Al mattino non si sente alcun rumore in piazza Peretti a Grottammare. Anche i passi risuonano sull’asfalto.
Ma 10 aprile alle ore 4.00 dopo la Domenica delle Palme questo accade nei pressi della Chiesa di San Giovanni Battista, una folla silenziosa e infreddolita si inerpica su per il paese alto, per l’antichissima devozione delle “Quarant’ore”.

La tradizione vorrebbe che ci fosse la Messa nella Chiesa di Santa Lucia, costruita dal pontefice Sisto V (1521-1590) sul suo umile luogo natale , ma per motivi strettamente logistici, negli ultimi anni viene officiata a San Giovanni Battista, la chiesa parrocchiale. Il parroco Don Giorgio Carini tiene molto a questa Devozione . Al termine della Concelebrazione con tutti i parroci , ci si reca in corteo processionale, nel lento incedere silenzioso e frusciare delle vesti che è ancora buio, alla volta della Chiesa di Santa Lucia, dove si allestisce, con la confraternita dell’Addolorata, la grande “macchina-apparato” stracarica di lumini e in mezzo, il protagonista, il Santissimo Esposto, manifestazione di Cristo incarnato in un’Ostia. Che c’è di particolare? Innanzitutto che il Santissimo non resta mai solo: nelle giornate e nelle ore ( appunto: quaranta) di Adorazione, si alternano giorno e notte fino al martedì successivo, i gruppi dei ragazzi, dei giovani della Diocesi, gli scout, l’ACR, le comunità neocatecumenali, la confraternita e semplici fedeli che si spostano anche dai paesi limitrofi per questo tradizionale avvenimento. Una devozione, questa delle Quarant’ore, che certamente risale al rinascimento, quando dopo la riforma protestante, la chiesa volle dare nuova spinta all’Adorazione Eucaristica : una devozione di popolo e una manifestazione di fede intensa. Del resto, il riconoscimento ufficiale dell’adorazione dell’Ostia, avviene dopo il miracolo di Bolsena del 1263. Ma si può conferire al Concilio di Trento l’indicazione e l’istruzione, al cerimoniale dell’adorazione a conferma della teologia che vuole la presenza perenne del corpo di Cristo nell’Ostia consacrata durante la messa. Talvolta queste devozioni erano corredate e articolate con impianti scenici. All’origine le “Quarant’ore” costituivano un tempo di rinnovamento spirituale e sociale, di preghiera e di penitenza, di comunione tra il clero e il popolo, tra ricchi e poveri, tra superiori e sudditi.

Ancora oggi ci si ritroverà lunedì 10 aprile al paese alto di Grottammare alle 4 per il Santo Rosario, poi per la Messa alle 4,30 e infine per l’Adorazione. poi ognuno, dopo questo momento di pace, ritornerà alle sue occupazioni, forse fisicamente un po’ stanco per la levataccia, ma senz’altro spiritualmente arricchito.

Susanna Faviani: Giornalista pubblicista dal '98 , ha scritto sul Corriere Adriatico per 10 anni, su l'Osservatore Romano , organo di stampa della Santa Sede per 5 anni e dal 2008 ad oggi scrive su L'Avvenire, quotidiano della CEI. E' Docente di Arte nella scuola secondaria di primo grado di Grottammare.