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Porto D’Ascoli, Casa d’Accoglienza “Papa Giovanni XXIII” Don Pio: “Sono costretto a chiudere un ramo. Per me è una sconfitta”

L'ingresso della Casa dell'Accoglienza
La cucina della Casa
La stanza degli ospiti dove si accolgono disabili, anziani e malati
La sala da pranzo
il soggiorno

DIOCESI – Fondata nel 2004, la Casa dell’Accoglienza di Don Pio Costanzo, sita nella parrocchia di “Cristo Re”, sta attraversando una difficoltosa circostanza.
Parrocchia Cristo Re: partecipa al pranzo di beneficenza in favore della Casa di Accoglienza

Don Pio spiega, compunto: “Sono costretto a chiudere un ramo. In questa struttura caritativa vi ospitiamo gratuitamente uomini e donne indigenti di tutte le nazioni, offrendo loro colazione, pranzo cena e un posto letto. Non chiedo soldi per il loro soggiorno qui, neanche a coloro che lavoricchiano, le donne come badante e gli uomini svolgendo lavoretti occasionali, perché devono sostenere le loro famiglie che sono rimaste in Africa, in Albania e in altri paesi”.

“Nelle aule catechistiche il precedente Comune ha portato via le classi: i nostri governanti hanno spostato la scuola elementare nelle strutture di via Colleoni e di via Alfortville. Mi sono rimaste aule vuote, alcune ci servono per catechismo, altre sono rimaste inutilizzate; ovviamente il Comune ha smesso di pagare l’affitto ed ora sono rimasto solo ad occuparmi delle rate da versare”.

Ma il sacerdote non si è perso d’animo: “Siccome avevo molte richieste da parte di uomini, visto che la Caritas non ospita persone di sesso maschile, ho pensato di sistemare le aule e dividerle, e vi ho ricavato sette posti letto. Ma le bollette di gas, acqua e luce – ribadisce Don Pio – hanno cominciato a decuplicarsi in maniera eccessiva e non riesco a pagare tutte le utenze perché devo saldarle sia per la Casa di Accoglienza e sia per questo ramo separato. Purtroppo, dopo Pasqua sono costretto a chiudere”.

Aggiunge il nostro curato: “Per me è una sconfitta. Non prendo fondi da nessun ente: le spese le sosteniamo con le offerte, con le quali mandiamo avanti la Casa della carità, che continuerà ad essere operativa, grazie ai volontari. Vado avanti con l’aiuto della parrocchia, la solidarietà della gente, la collaborazione dei parroci e anche con il ricavato dei libri che scrivo”.

Don Pio da anni fa dell’accoglienza il proprio stile di vita, prodigandovisi con molta abnegazione. E, infatti, l’instancabile parroco trova sempre il lato positivo: “La cosa bella che ho riscontrato in questo difficile momento è che si è formata una rete di carità inattesa ed impensabile: ci danno aiuto per il servizio lavanderia, ci forniscono gratuitamente pane, olio, verdura, pasta e anche del pesce. A volte la Provvidenza è «impudente»!.

Patrizia Cicconi: