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“Vedete, sono uno di voi”: la poesia di Ermanno Olmi per il card. Martini

Massimo Giraldi, Sergio Perugini

In occasione dell’anniversario della nascita del cardinale Carlo Maria Martini, il 15 febbraio – nato a Torino nel 1927, avrebbe compiuto 90 anni quest’anno – il prefetto della Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede, monsignor Dario Edoardo Viganò, con Istituto Luce-Cinecittà, Rai Cinema e SIAE, hanno presentato il film di Ermanno Olmi “Vedete, sono uno di voi” in Filmoteca Vaticana. “Proprio nei giorni scorsi papa Francesco” – ha sottolineato Viganò introducendo la proiezione – “ha ricordato il cardinale, incontrando i sacerdoti ordinati nel 1987, insomma i miei compagni di ordinazione. La memoria di Martini è cara a tutti noi sacerdoti, ma anche alla comunità tutta.

Nella città di Milano, infatti, la sua tomba è luogo di preghiera e di incontro.

Uno spazio dove credenti, distanti e non credenti si ritrovano per pregare, per rivolgere un pensiero al cardinale, all’uomo che ha saputo fare del Vangelo, della Parola di Cristo, realmente spazio di prossimità e accoglienza. Il pensiero, tra i tanti, va alla Cattedra dei non credenti o all’incontro con i carcerati”.

Il documentario di Ermanno Olmi sul card. Martini è stato presentato in anteprima al Duomo di Milano, lo scorso 10 febbraio, alla presenza del regista. “Ermanno, papà” – ha detto Elisabetta Olmi, la figlia del regista – “ci teneva molto al documentario, a realizzarlo e ad accompagnarlo nella sua presentazione a Milano. Aspetto cui teneva particolarmente, poi, era dare la sua voce al film, impersonare il card. Martini. Per papà, per Olmi (anche se non lo ha detto esplicitamente) il documentario è un po’ come un testamento artistico”. Una scommessa culturale vinta, ha sottolineato Nicola Claudio, Presidente di Rai Cinema. “Significativa è l’opera del regista Ermanno Olmi, ‘Vedete, sono uno di voi’, che uscirà a marzo in sala. Un’opera che unisce il ricordo dell’uomo ai momenti significati della nostra società, i cambiamenti e le fratture sociali degli ultimi decenni, grazie anche alla valorizzazione delle immagini di archivio dell’Istituto Luce e delle Teche Rai”.

Il ricordo di monsignor Francesco G. Brugnaro. È un amico di lungo corso del card. Carlo Maria Marini mons. Francesco G. Brugnaro, che ha sentito il desiderio di intervenire in Filmoteca Vaticana per tracciare un ricordo da vicino del cardinale. “Oggi dovevamo prendere i cioccolatini, i preferiti di Martini, quelli che si concedeva il giorno del suo compleanno”. Ha detto così mons. Brugnaro, che ha ricordato il cardinale e l’amico partendo dalle città a lui care: Torino (l’infanzia), Roma (lo studio della Parola, la frequentazione del Biblico), Milano (la sua Missione) e infine Gerusalemme (il luogo della pace). “Pensando al card. Martini mi ritorna alla mente la chiamata di notte, alcune ore prima che il Papa annunciasse la sua nomina a Milano. Ricordo le sue parole, che mi allertavano su una notizia importante, capace di metterlo anche un po’ in apprensione”. Ha seguitato Brugnaro: “Si è poi inserito a Milano con la Parola. Ha cercato di essere soglia di prossimità, di incontro. Con tutti, davvero con tutti. Soprattutto con i giovani, ma anche con chi aveva maturato una certa distanza dalla Chiesa. Ricordo, ancora, il suo interrogarsi su dove tenere la Cattedra dei non credenti. Voleva evitare luoghi prevedibili, che richiamassero il mondo cattolico. Voleva uno spazio di incontro vero. E così ha scelto prima la Camera di commercio e poi l’Università Statale di Milano”.

L’emozionante e lucida poesia di Ermanno Olmi. Una stanza, un letto in ordine, quello del card. Carlo Maria Martini. È il luogo che più volte mostra Ermanno Olmi nel suo documentario. Un letto affacciato su una finestra aperta sul mondo. Arriva poi la voce lieve e profonda di Olmi stesso, che si fa interprete di Martini; si attiva così un flusso di immagini e ricordi, sia personali del cardinale sia del nostro Paese, una carrellata di accadimenti che attraversano l’Italia del Novecento.

Olmi ripercorre la vita di Martini, segnando gli snodi principali e le città che lo hanno accolto: Torino, Roma, Milano e Gerusalemme. Una vera poesia per immagini, quella del regista bergamasco, che ha saputo entrare nella storia di Martini con rispetto e attenzione, tenendosi cautamente lontano da un ritratto agiografico, piano, scegliendo di raccontare l’uomo, il sacerdote, la sua missione per la Parola e per la prossimità.

Olmi mantiene il suo stile, il suo modo di investigare la fede e la Chiesa stessa, richiamando soprattutto quella sua riflessione sulla carità e inclusione che è “Il villaggio di cartone” (2011). Racconto lucido, serio, puntale ma anche profondamente emozionante. Olmi trasmette allo spettatore una spiritualità autentica e convincente, restituendoci un’immagine del cardinale ancora oggi vivida e in grado di parlare al mondo contemporaneo.

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