Palermo“Palermo è una città ricca di potenzialità, estremamente complessa, dove c’è tanto bene e tanto male.
Certamente abbiamo delle risorse, e fa piacere che vengano riconosciute anche a livello nazionale. Sta ai palermitani gestirle, e spero che questo riconoscimento stimoli i miei concittadini a dare il meglio di sé”.
È il commento, a caldo, di Giuseppe Savagnone, direttore dell’Ufficio per la pastorale della cultura della diocesi di Palermo, alla designazione di Palermo a capitale della cultura per il 2018.

“Grazie al suo deposito stratificato nei secoli, Palermo è ricca di una bellezza artistica che non ha molti eguali in altre città d’Italia”, ricorda Savagnone, “ma ha anche un potenziale di creatività notevole: la Sicilia, con Palermo in testa, è stata sempre un interessante laboratorio politico. Purtroppo l’attuale classe politica non è all’altezza della situazione, risente di un quadro generale molto problematico. Il sindaco Orlando fa quello che può, ma la situazione certo è molto complessa”. Quello tracciato da Savagnone è dunque un quadro di “luci e ombre, in bilico tra cose molto negative e grandi potenzialità”: l’auspicio è che riconoscimenti come quello di oggi “ci aiutino a gestire al meglio le tante cose belle che Palermo può offrire”. Tra le criticità maggiori, Savagnone segnala il fatto che “i giovani se ne vanno tutti, da molti anni: su dieci giovani, 5 o 6 vanno via, mandati dalle famiglie a studiare in altre città d’Italia o all’estero. Resta solo chi non ha i soldi per andarsene o trova qualche raccomandazione per entrare in qualche cunicolo”. Del resto, denuncia Savagnone, “il vento del Nord da molti anni paralizza il Sud”.

Entra a far parte della Community de L'Ancora (clicca qui) attraverso la quale potrai ricevere le notizie più importanti ed essere aggiornati, in tempo reale, sui prossimi appuntamenti che ti aspettano in Diocesi.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *