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Berlino: la chiesa del ricordo, simbolo senza tempo contro guerra e terrorismo

Jean-Dominique Durand

È trascorso un mese da quel tragico 19 dicembre 2016: un nuovo terribile attentato di matrice islamista ha colpito l’Europa, questa volta a Berlino. I commentatori hanno sottolineato il simbolo dell’attacco terroristico contro il mercato di Natale, vivace e antica tradizione cristiana nel mondo germanico. Ma in genere non hanno sottolineato, né forse capito a fondo, l’altro simbolo del luogo del massacro nel cuore di Berlino, sulla Breitscheidplatz, vicina alla Kurfürstendamm, una delle grandi strade della capitale tedesca. Su tale piazza, si erge la famosa Gedächtniskirche, chiesa del ricordo.

Questa chiesa è intesa come un riassunto della storia della Germania, e anche dell’Europa.

Fu costruita alla fine dell’Ottocento per celebrare il primo imperatore della nuova Germania unita, Guglielmo I. Era grandiosa, con mosaici su 2.740 metri quadrati, per raccontare la vita e l’opera dell’imperatore. Fu inaugurata il 1° settembre 1895, per commemorare il 25° della vittoria di Sedan sulla Francia che aprì ai prussiani la strada di Parigi, e la proclamazione dell’Impero germanico a Versailles.
Durante la Seconda guerra mondiale la chiesa fu in gran parte distrutta dai bombardamenti aerei il 23 novembre 1943, e nel 1945 durante gli ultimi combattimenti nella capitale del Terzo Reich. Restarono in piedi solo l’entrata e una torre.
Dopo la guerra, le autorità della città (la zona si trovava nella zona occidentale di Berlino) decisero di costruire una nuova chiesa affidata all’architetto Egon Eiermann, al posto delle rovine della navata, del coro e del transetto ormai distrutti.

Ma la torre rovinata fu mantenuta, come ricordo della guerra e delle sue distruzioni. Diventava così una testimonianza perenne delle sofferenze e degli orrori di ogni guerra.

All’interno della parte nuova, coperta di vetrate azzurre venute da Chartres, fu collocata una grande croce realizzata con i chiodi recuperati nelle rovine della cattedrale di Conventry, in Inghilterra, distrutta dal bombardamento tedesco del 14 novembre 1940. Come a Berlino, la città di Conventry ha voluto conservare le rovine come luogo sacro, e costruire accanto un nuovo monumento.
Le due chiese furono consacrate lo stesso giorno, il 25 maggio 1962, come segno di riconciliazione. Il simbolo si estendeva alla Russia, con la presenza nella chiesa di Berlino della Madonna di Stalingrado, disegno realizzato nel dicembre 1942 durante la terribile battaglia, da un pastore tedesco, Kurt Reuber, che partecipava alla guerra da tenente. Una copia è stata realizzata per la cattedrale di Coventry.

Non sappiamo se il terrorista conoscesse questa storia di sofferenze e di riconciliazione.

Forse no, anche se questi seminatori di morte hanno un’ottima conoscenza della potenza dei simboli. Ma tutti gli abitanti di Berlino la conoscono. Non a caso la cancelliera Angela Merkel ha voluto – durante una cerimonia religiosa, con la partecipazione di rappresentanti di tutte le religioni presenti a Berlino – affermare di nuovo la volontà dei tedeschi e degli europei, di resistere alla paura, alla guerra e di promuovere la pace e la riconciliazione.

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