Famiglia cristiana” sceglie Bebe Vio per la settima edizione di “Italiano dell’anno”, riconoscimento che il settimanale assegna a un personaggio distintosi durante l’anno per le imprese raggiunte e i valori esemplari che ha rappresentato a beneficio della collettività. La scelta è caduta su di lei, spiega il direttore del settimanale Antonio Rizzolo, “per la sua vitalità esplosiva, per il suo coraggio e perfino il gusto di accettare le sfide che la vita le ha posto davanti”.
La campionessa paralimpica ha rivoluzionato “qualunque idea preconcetta sulla disabilità” e ha mostrato a tutti che un dramma può diventare occasione di rinascita. Nella lunga intervista esclusiva concessa alla rivista, Bebe Vio parla della sua vita, della forza che le trasmettono i genitori e i fratelli Nicolò e Maria Sole, dei momenti bui e della rinascita, con il successo che l’ha portata fino alla Casa bianca. “Il 2017 – dice – mi riporterò alla normalità. Non solo perché devo concentrarmi e riprendere ad allenarmi, ma anche perché mi aspetta un passo importante: vado a vivere da sola e comincio a lavorare”.
“Non nascondo le mie protesi”, continua l’unica schermitrice al mondo a tirare senza i quattro arti e senza la mano armata, “perché fanno parte di me, vado fiera delle protesi e delle mie cicatrici, anche se capisco che non tutti le vivono così. Per me sono un aggettivo positivo. Non è vanità, è che quando ti piaci sei in pace con te stesso e stai bene. Sarei contenta se questo mio modo di essere aiutasse chi non si piace ad apprezzarsi”. E conclude: “La disabilità è vista come una cosa brutta, spaventosa, ma accade anche perché è ancora troppo sconosciuta, nel momento in cui vivi e davvero fai pace con te stesso come sei, i limiti si superano”.