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Vescovo Bresciani: “Sandro non ha perso la sua vita, ma donandola l’ha costruita insieme con Dio”

GROTTAMMARE – Si sono tenute ieri pomeriggio, nella chiesa di san Pio V di Grottammare, i funerali di Alessandro Di Girolami, diacono della diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto, deceduto ieri mattina, all’età di 66 anni, dopo una lunga malattia.

Ha presieduto la Santa Messa di esequie il vescovo Carlo Bresciani. Hanno concelebrato mons. Gervasio Gestori e oltre venti sacerdoti, provenienti da tutte le parrocchie della Diocesi e i confratelli diaconi.

Tantissime le persone che hanno voluto prendere parte alla Messa, vissuta in un autentico clima di preghiera. Tra loro i ragazzi del del gruppo Scout Grottammare 1 dove Sandro è stato capo per oltre 30 anni, i fratelli del cammino neo catecumenale e le diverse realtà parrocchiali.
Ha animato la liturgia il gruppo Scout del Grottammare 1 che si è alternato in armonia con i membri del cammino neo catecumenale.

Il Vescovo Carlo Bresciani durante l’omelia ha affermato: Ci sono tante domande che nascono dentro di noi, quelle che rischiamo di non porci a volte per la distrazione, presi dalla frenesia del mondo. Una di queste domande è “chi salva noi” o “chi salva me”?
La consolazione delle persone, che pur ci vogliono bene, non può bastare … ma quella che conta è quella che viene da Dio.
Quello che abbiamo fatto non finisce qui e la nostra stessa vita è chiamata a non terminare mai perché Dio l’ha pensata per il tempo dell’eternità, quello migliore perché in comunione con Lui. Se Cristo è risorto, noi abbiamo la consolazione più grande, più invincibile … quella della vita eterna. L
a parola del Buon Pastore non può che farci pensare Gesù che si carica sulle spalle, con tenerezza, ognuno di noi per presentarlo al Padre. Il Natale ci ricorda questo che Gesù viene a cercarci per introdurci in questo amore che è l’amore divino.
Così il bene che facciamo acquista un senso: niente è stato inutile. Questo è il tesoro che lui si trova tra le mani nel momento in cui si presenta a Dio, non si presenterà a mani vuote ma potrà dire di aver seminato un po’ di bene.
Questa è la moneta che il Padre apprezza e per cui dà la ricompensa…
Questa è la fede con la quale salutiamo il nostro diacono Sandro che, se da una parte non ci toglie la tristezza della separazione, dall’altra ci dà la consolazione fondamentale. Sandro non ha perso la sua vita, ma donandola l’ha costruita insieme con Dio. E questo è ciò che il Padre gli restituirà, con tutta la misericordia di cui ovviamente ognuno di noi ha bisogno. Se anche noi ci lasciamo caricare sulle spalle da Gesù, ci facciamo perdonare … allora quella comunione profonda e vera che si è costruita nella nostra vita non si interrompe ma ci conduce a Colui che è il vivente, che è la Vita, anche dopo la morte Possiamo salutare Sandro con gratitudine attraverso la preghiera di intercessione, sperando e invocando nella bontà e nella misericordia del Padre, affinché Dio ti possa accogliere.”

Redazione: