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Regno Unito: verso l’altare con il sostegno di tutta la comunità e l’aiuto di una coppia di sposi

Di Silvia Guzzetti

Una nuova formula di preparazione al matrimonio nella quale la coppia viene accompagnata dalla parrocchia ad ogni passo del proprio viaggio. Questa la novità più importante delle prime linee-guida sui corsi prematrimoniali pubblicate dalla Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles che ognuna delle 22 diocesi dovrà seguire. “Guidelines for the preparation of couples for marriage”, ovvero “Linee guida per la preparazione delle coppie al matrimonio”: ecco il titolo del nuovo documento, lungo 65 pagine, che ha già venduto 2mila copie.

Nuovo approccio. “Oggi, nelle parrocchie, spesso nessuno conosce le coppie che hanno deciso di sposarsi”, spiega Elizabeth Davies, responsabile del settore famiglia della Conferenza episcopale, la quale ha pensato, insieme ad altri, il nuovo approccio ai corsi che precedono l’arrivo sull’altare. “Nessuno le conosce a meno che la notizia venga pubblicata sul foglietto delle informazioni della domenica.Noi suggeriamo, invece, che il sacerdote presenti la coppia alla parrocchia, magari durante la messa domenicale, dando ai futuri marito e moglie il benvenutoe sollecitando, per loro, le preghiere di tutti”. Esperienza questa che si è già diffusa in alcuni Paesi europei. “Inoltre una coppia di mentori, già sposati da anni, dovrebbero accompagnare i fidanzati nel loro cammino matrimoniale fino alla cerimonia e anche oltre. Infine la parrocchia organizzerà serate o incontri pensati per sostenere marito e moglie durante il loro cammino”.

Presenza fondamentale. La consulente della Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles spiega che “la presenza di questi due laici-guide è fondamentale e, dove c’è stata, i frutti si sono fatti vedere. La coppia non si è sentita sola sapendo che aveva qualcuno che l’avrebbe accompagnata. I mentori hanno invitato i fidanzati qualche volta a cena o si sono fermati a parlare con loro dopo la messa. Più avanti negli anni marito e moglie hanno saputo a chi rivolgersi se attraversavano un momento di crisi nella loro unione”.

Documento per tutti. Oggi, in Inghilterra e Galles, sono poco meno di 10mila, ogni anno, i matrimoni nella Chiesa cattolica e, soltanto in 3.500 di questi sia marito che moglie sono cattolici. Una realtà nella quale i cattolici sono una minoranza. Fra l’altro soltanto il 5% rende nota l’unione con altri cristiani o persone di altre religioni. Elizabeth Davies spiega come oggi sia “l’organizzazione ‘Marriage Care’ a fornire la maggior parte dei corsi di preparazione al matrimonio accanto ad altre associazioni come ‘Engaged Encounter’, altri movimenti e associazioni laiche o sacerdoti e laici indipendenti”. Il documento “Guidelines for the preparation of couples for marriage”, “è stato pensato per tutti loro, oltre che per i fidanzati sulla via dell’altare”.

Esperienza da condividere. È ancora Elizabeth Davies a parlare: “Abbiamo specificato che le coppie di laici, con esperienza diretta del matrimonio,

hanno una ricchezza di esperienza unica da offrire ai fidanzati,

ben diversa dal ruolo dei sacerdoti, che pure devono assicurarsi che la coppia capisca l’impegno che si troverà ad affrontare e che si senta libera di intraprenderlo. Questa distinzione viene precisata in questo documento in modo molto più chiaro che in passato”.

Anni di lavoro. È stato un processo lungo quello che ha portato alle nuove linee guida. Sei anni durante i quali prima è stata stesa una relazione sul tipo di preparazione al matrimonio già esistente. Poi i risultati sono stati condivisi al primo convegno che ha raccolto tutte le organizzazioni coinvolte. Infine un rapporto con tutto quello che è emerso è stato mandato a “One plus one”, organizzazione laica specializzata nelle competenze relazionali indispensabili alle coppie che vogliono rimanere insieme una vita. “Abbiamo ascoltato quello che ci hanno suggerito e abbiamo anche consultato l’Accademia internazionale per lo studio della spiritualità matrimoniale, che ha sede in Belgio e che ci ha fornito input teologico e pastorale”, dice ancora Davies. “L’ultima fase è stata la convocazione di un ampio gruppo di lavoro per decidere come portare avanti tutte le raccomandazioni che avevamo ricevuto. Così è nato il documento finale”.

Sintonia con l’“Amoris laetitia”. La responsabile del settore famiglia per la Conferenza episcopale racconta la soddisfazione del gruppo di lavoro alla scoperta che“il nostro approccio alla preparazione del matrimonio era in sintonia con quello dell’esortazione apostolica papale ‘Amoris laetitia’”.“Insomma lo Spirito Santo ci aveva chiaramente guidato e ci aveva messo sullo stesso sentiero scelto da Papa Francesco”, dice. “Siamo anche riusciti, prima di mandare alla stampa il documento, a inserire le parti della ‘Amoris laetitia’ che erano più direttamente collegate alle nostre linee guida. Abbiamo scritto, nella prefazione, che è importante leggere l’esortazione del Papa insieme al nostro testo”.

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