“Dal Risiko! al dialogo: a scuola di dialogo tra religioni e culture diverse” è il titolo del corso di aggiornamento per docenti di tutti gli ordini di scuola promosso dall’ISSR di Ancona.  Un percorso formativo realizzato insieme all’Università della Pace delle Marche e dalla Commissione Ecumenica e Interreligiosa dell’Arcidiocesi di Ancona-Osimo che si snoda in cinque incontri: dopo due incontri frontali sul dialogo possibile e il dialogo fra religioni, un’interessantissima tavola rotonda, prima degli ultimi due incontri laboratoriali. Presenti docenti provenienti da tutte le Marche, anche dalla diocesi di San Benedetto con Oscar Chiarini e Monica Vallorani.

“Il dialogo in diretta” è ciò che si è dipanato lunedì 7 novembre nella sede dell’ISSR di Ancona. Un momento che ha visto la presenza di rappresentanti delle grandi religioni monoteiste, dove si riconoscono tutti figli di Abramo. Nel contesto odierno di sospetto e divisioni, questo dialogo in diretta è stato un’occasione di speranza, un momento di incontri e relazioni che devono continuare perché sia possibile uscire dal gioco del Risiko per giocare il dialogo.

I temi in campo di notevole portata dall’idea di Dio a quella dell’uomo e di salvezza, al ruolo positivo delle religioni nella storia. La biblista Rosanna Virgili ha tratteggiato con passione e competenza l’esperienza di Dio, per i cattolici, l’Emmanuele, il Dio vicino che in Gesù ha preso su di sé l’umanità mortale, un Dio che perde, si perde per diventare abbraccio: amore e fede la via per conoscere Dio. Ha richiamato con commozione l’esperienza del recente terremoto nelle semplici e profonde parole di una donna che vi ha perso i suoi figli con la fede che siano nella cura di Dio,che ha fatto esperienza del perdere il Figlio.

Padre Serafino Corallo, vicario della diocesi ortosossa del Patriarcato Ecumenico in Italia, ha posto l’attenzione sul tema del pentimento e della salvezza, ricordando che il peccato è ciò che ci porta lontano da colui che ci ha creato e nei sacramenti, è Gesù Cristo che viene e cura le nostre anime.

WP_20161107_005Presente anche la pastora della Chiesa metodista Gretje van der Veer che ha sottolineato che le diverse visioni sono diverse angolature, con l’esempio dell’ombra di un cilindro: se guardi l’ombra da una certa angolatura si vede proiettato un rettangolo, da un’altra un cerchio, ma è sempre l’ombra del cilindro. Perciò è importante riconoscere i propri limiti e la verità dell’altro, così nel Protestantesimo ci sono visioni diverse fra loro ma si richiamano agli stessi principi.

Dal mondo islamico le voci che hanno dialogato sono quelle della giornalista anconetana di origini siriane Asmae Dachan e dell’imam Ataul Wasih Tariq dell’associaizone Ahmadiyya  muslim jama’at in Italia.

Asmae ha chiarito che islam non significa sottomissione ma pacificazione in Dio e ha presentato Dio che è il misericordioso, uno degli attributi che etimologicamente richiama all’utero, evidenziando così l’importanza della figura femminile in questa misericordia. Un Dio che appartiene a tutta l’umanità composta dalle creature di Dio, non quindi figli, per cui nessuno può schiavizzare l’altro essendo ogni vita sacra. Un ruolo quello dell’uomo positivo e propositivo che ha la capacità di scelta. Anche l’imam ha ribadito che tutti sono stati creati per volontà di Dio, quindi uguali, e il rispetto per le altre religioni, anche quelle più antiche, e i luoghi di culto, la malafede è in chi presenta i versetti del Corano in un certo modo.

14963245_10210718528376835_867420182174753364_nMolte le domande rivolte in particolare ai due rappresentanti del mondo musulmano vista l’esperienza quotidiana e globale di contatto con l’islam: dal ruolo dell’educazione, al rispetto dei diritti umani nell’islam, dal servizio nella politica della religione al velo segno di contraddizione sul ruolo della donna. Le risposte della Asmae Dachan, limitate nel tempo a disposizione, sono state: la critica al mondo arabo dove la religione è appannaggio maschile, la distinzione da fare tra teologia dell’islam e la politica, l’interpretazione del velo come forma di modestia agli occhi di Dio che lei ha scelto di portare.

Tutti comunque hanno sottolineato, oltre alla pacatezza delle parole, la presenza di tre donne alla tavola rotonda come elemento positivo, chissà perché ciò che dovrebbe essere normale sembra straordinario, del resto la platea era massicciamente femminile!

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