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I giovani delle Marche hanno incontrato Ernesto Olivero

Di Silvio Giampieri

Nell’arco dell’anno dedicato alla Misericordia, si sono svolti presso il centro “Giovanni Paolo II” di Montorso, i “Sabati del Giubileo” rivolti ai giovani delle Marche, durante i quali sono stati proposti incontri con personaggi che aiutassero la riflessione su vari aspetti della fede.
Sabato 15 Ottobre è stata la volta di Ernesto Olivero, fondatore del Sermig e più volte candidato al Premio Nobel per la Pace.
La sala San Vigilio del centro, è stata il luogo che ha ospitato la tavola rotonda con i giovani che stavano vivendo un’esperienza di condivisione della durata dell’intero weekend.
Olivero ha raccontato com’è nato pian piano il progetto del Sermig che inizialmente doveva essere una sorta di raccolta fondi a scopo missionario, ma che si è poi trasformata in un’opera caritativa internazionale.
Dal primitivo “Arsenale della Pace” di Torino, è stato poi aperto quello “della Speranza” a San Paolo del Brasile e poi quello “dell’Incontro” in Giordania, che quotidianamente sostengono migliaia di persone in difficoltà, fornendo assistenza morale e materiale.
Nel racconto sono emerse pagine di vita molto belle come quelle circa il rapporto con Santa Teresa di Calcutta, con il quale c’era una collaborazione molto diretta ed intima.
Dalle varie domande poste dai ragazzi sono emersi vari spaccati di questa realtà, tra cui anche il doversi difendere da accuse su una presunta gestione non trasparente della loro fondazione, che in realtà è invece sostenuta totalmente dalla Provvidenza e dalla buona volontà di tanti volontari che ogni giorno si spendono generosamente.
Oltre alla bellezza della propria esperienza, è emerso un rapporto con Dio molto spontaneo, teso a voler condurre ogni impresa per il bene del prossimo a quattro mani con Cristo.
Sicuramente la saggezza emanata dalle parole di Ernesto Olivero ha molto colpito e coinvolto i diversi ragazzi riuniti per dialogare con lui da tutte le Marche.
La serata si è chiusa con il pellegrinaggio dei giovani nella Santa Casa di Loreto, come atto di affidamento alla Madonna delle loro gioie e speranze per il futuro.

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