La crescita economica di un Paese non si traduce necessariamente in interventi che assicurino il benessere dei piccoli. “Ad essa devono pertanto affiancarsi politiche inclusive di contrasto alla povertà, che i Paesi del G20 sono chiamati con urgenza a realizzare”. Lo sostiene Save the Children nell’Indice del benessere dei bambini dei Paesi più ricchi del mondo. diffuso oggi, chiedendo in particolare ai ministri delle Finanze del G20 di impegnarsi a raggiungere” tre garanzie per tutti i bambini: una finanza equa che permetta a tutti di accedere ai servizi di base; l’eliminazione delle discriminazioni economiche e sociali per tutti i bambini; meccanismi di trasparenza su come gli Stati impiegano fondi e aiuti in favore dei bambini più vulnerabili”. Non solo criticità per l’Italia: il nostro Paese è secondo, dietro solo ai tedeschi, per uguaglianza di genere, e fa registrare il terzo livello più basso (3,5), dietro solo a Giappone (2,7) e Repubblica di Corea (3,4) per mortalità infantile. Il nostro Paese spicca inoltre per livelli di emissioni di CO2 inferiori alla media dei Paesi ad alto reddito (6,7 milioni di tonnellate, contro 18,1 in Arabia Saudita, 17 negli Usa e 16,5 in Australia) e per una percentuale del 100% di popolazione che ha accesso all’acqua (la percentuale più bassa tra i Paesi del G20 si registra in Indonesia, 87,4%). L’Italia, infine, è in sesta posizione tra i Paesi più sicuri per i bambini. Regno Unito, Germania e Giappone sono i Paesi più sicuri, mentre in Sudafrica, Brasile e Messico la sicurezza dei bambini è maggiormente a rischio.