“Un anno di tribolata transizione”. È così che va archiviato il 2015, secondo la Fondazione Ente dello Spettacolo. Stando ai dati del Rapporto presentato oggi a Roma, e disponibile tra qualche settimane sucineconomy.it e sulla Rivista del Cinematografo, l’anno appena trascorso al box office ha visto incassi in crescita in proporzione vistosa, ma “le opere domestiche hanno accusato una specie di vuoto d’aria”, ha detto ilcuratore scientifico del Rapporto, Redento Mori, presentando i dati alla stampa: -15,45% di ricavi in sala e -16,46% di presenze rispetto al 2014. In un 2015 dalle attività in chiara ripresa, l’incidenza delle opere italiane è invece “precipitata” al punto più basso (20,74%) dell’ultimo decennio e la leadership statunitense ha visto al contrario schizzare la sua al 60,97%, con la contestuale diminuzione delle pellicole provenienti dagli altri Paesi europei, passata dal 16,60 al 15.10%. “Quando manca il traino di qualche opera domestica di successo tutto il mercato interno, in linea con il resto d’Europa, entra in sofferenza”, ha spiegato Mori. Il 2016, invece, ha cominciato la stagione sospinto fin dall’inizio dal clamoroso successo del film “Quo vado?” interpretato da Checco Zalone e diretto da Gennaro Nunziante e il cinema nazionale ha conseguito la miglior quota di mercato d’inizio della storia: 69,79% nei primi 17 giorni. La “top ten” del primo semestre vede al secondo posto “Perfetti sconosciuti” e all’ottavo “The little prince”.