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“Famiglia sentiero d’Amore” A tu per tu con Marco e Anelide

DIOCESI – Domenica 12 e giovedì 16 giugno, presso il biancazzurro di San Benedetto del tronto, il nostro Vescovo incontrerà le coppie che si sono rese disponibili per il progetto “Famiglia sentiero d’Amore”. Per l’occasione abbiamo intervistato i responsabili dell’Ufficio di Pastorale familiare, Marco e Anelide.

Come nasce questo percorso?
Il progetto famiglia sentiero d’amore nasce per rispondere alla chiamata di papa Francesco ad uscire per andare alle periferie per farsi prossimo alle persone, per annunciare la buona notizia del vangelo. Questa sua richiesta la troviamo presente anche nell’ Amoris Laetitia al numero 230, quando dice “oggi la pastorale familiare dev’essere essenzialmente missionaria, in uscita , in prossimita’, piuttosto che ridursi ad essere una fabbrica di corsi ai quali pochi assistono.”
L’obiettivo principale di questo progetto è quello di riportare nelle famiglie, attraverso l’ascolto della Parola di Dio e la condivisione, la gioia dell’amore e della fede in Gesù Risorto affinché esse possano vivere straordinariamente il quotidiano; possano ritornare a trasmettere la fede al loro interno e a far parte della propria comunità parrocchiale. Crediamo che questo progetto sia una grande chance per le famiglie della nostra diocesi, ma anche per tutte le comunità parrocchiali. Prendersi cura con amore della vita delle famiglie è prendersi cura di tutta l’umanità. Papa Francesco nel discorso dell’incontro a Santiago di Cuba il 22 settembre 2015, riferendosi alle famiglie, ha detto che esse “non sono un problema, sono principalmente un’opportunità”.
La famiglia è ancora il luogo favorevole per trasmettere la fede (luogo dove nascono le vocazioni) e per trasmettere i valori (amore, accoglienza, disponibilità verso l’altro, collaborazione, condivisione…), anche se la televisione, oggi, ci mostra solo il volto violento di alcune famiglie all’interno delle quali vivono persone con forte disadattamento sociale o addirittura con problemi psichiatrici.

Come sarà strutturato?
La struttura è molto semplice. L’itinerario del progetto sarà triennale, basato sulla Parola di Dio. Entro il 31 maggio i parroci hanno comunicato all’Ufficio di Pastorale Familiare i nominativi delle famiglie che sono disposte ad aprire la loro casa ad altre per vivere incontri in amicizia. Domenica 12 e giovedì 16 giugno, presso il biancazzurro, il nostro Vescovo incontrerà le coppie che si sono rese disponibili per il progetto e curerà la loro formazione per aiutarle a preparare gli incontri, per fornire loro indicazioni pratiche sull’accoglienza e sul modo di gestire il gruppo: nessun animatore dovrà porsi come maestro, perché maestri non ce ne saranno.
Ogni anno vi sarà un percorso suddiviso in due quadrimestri:
• il primo incontro del quadrimestre sarà diocesano, al termine del quale, verranno consegnate le schede da utilizzare negli altri incontri programmati da svolgere nelle case
• gli altri tre incontri saranno: i primi due nelle case di chi ha dato la disponibilità ad accogliere e avrà partecipato agli incontri preparatori; l’ultimo sarà in parrocchia con il parroco o interparrocchiale oppure vicariale
• il secondo quadrimestre avrà un iter uguale al primo, quindi ripartirà dall’incontro diocesano di formazione e consegna schede
• a chiusura dell’anno si svolgerà o una festa diocesana della famiglia che potrebbe essere un punto di forza per chi ha partecipato al percorso e un segno visibile per gli altri.
A chiusura di ogni anno le coppie animatrici con il parroco si svolgeranno una verifica del percorso.

A chi è rivolto?
Il progetto è rivolto principalmente a tutte quelle famiglie che vivono staccate dalla loro realtà parrocchiale, perché possano sentirne il calore e il desiderio di farne parte o ritornare a farne parte.
Come cambia la coppia quando aderisce a dei momenti formativi/spirituali?
Quando la coppia aderisce a incontri spirituali e formativi con la voglia di imparare, cambia in primis la relazione al proprio interno e con i figli perché sia la moglie che il marito comprendono l’altro come un dono ricevuto in consegna da Dio.
Conoscendo in profondità il sacramento del matrimonio si capisce che la presenza del Signore è indispensabile per vivere nella gioia di cui parla tanto Papa Francesco.
Chi partecipa ai momenti formativi/spirituali riscopre pian piano, come un seme che cresce, la gioia dell’AMORE, la gioia del sacramento del matrimonio e di quel “per sempre” che spaventa un po’ i nostri giovani, come se fosse una meta impossibile.

Come è cambiata la vostra avendo al centro Cristo?
Per noi, vivere con il Signore al centro della vita matrimoniale è stata una scelta fin dal fidanzamento. Nonostante tutto, sin dal primo anno di matrimonio, abbiamo dedicato una settimana delle nostre vacanze estive per capire meglio il nostro sacramento e cosa significasse vivere consapevoli della presenza costante di un amico di nome Gesù che ti aiuta nelle avversità della vita a non scoraggiarti mai, a perdonare l’altro/a nel momento dell’errore, a ritrovare sempre la strada giusta per vivere nella gioia.

La gioia di cui parliamo non è vivere una situazione perfetta, ma è la gioia delle piccole cose di ogni giorno: i momenti belli, i momenti difficili, i sorrisi e le fatiche … tutto sotto le ali di Dio.

Redazione: