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Viaggio di mons. Gallagher in Venezuela

Zenit
La Santa Sede prova a “gettare ponti” – secondo l’auspicio sempre espresso da Papa Francesco – anche in Venezuela, attualmente segnato da violenze e spaccato in due dal referendum revocatorio contro il governo di Nicolas Maduro. Nel paese latinoamericano si recherà presto mons. Paul Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati; ad annunciarlo è stato il cardinale Segretario di Stato, Pietro Parolin, smentendo i rumors che volevano lui, ex nunzio in Venezuela, pronto a partire per Caracas.
“No, non andrò in Venezuela” ha dichiarato Parolin, dopo l’incontro di mercoledì scorso del Papa con i parenti di due prigionieri politici del governo venezuelano. “Nei prossimi giorni – ha spiegato il porporato – ci sarà un viaggio a Caracas del segretario per i Rapporti con gli Stati, mons. Paul Gallagher, per una ordinazione episcopale. Ma potrebbe essere l’occasione per qualche colloquio”.
Come osserva Luis Badilla su Il Sismografo, “si tratta di un fatto nuovo molto importante perché in una situazione di totale assenza di comunicazione e dialogo tra le parti, blocchi e partiti di governo e opposizione, il prestigio e l’autorevolezza della Santa Sede, rappresentata dal suo più alto esponente nell’ambito dei rapporti del Vaticano con altri Stati, potrebbe – ed è l’augurio di tanti, in particolare dei venezuelani – avviare un cammino diverso per trovare soluzioni consensuali alla crisi e alleviare le sofferenze di una nazione ormai al limite”.
“I colloqui di mons. Gallagher – prosegue Badilla – che si estenderanno ovviamente al Nunzio, mons. Aldo Giordano impegnato da sempre in un simile compito, e poi alla presidenza della Conferenza episcopale del Venezuela, possono accendere una luce in una situazione sempre più buia e preoccupante”.
In queste ore, in Venezuela, l’escalation di violenze ha raggiunto i massimi livelli con scontri fisici nelle strade, a seguito della raccolta di firme dei partiti dell’opposizione che pretendono la destituzione di Maduro. Un referendum che, secondo molti, è assolutamente “anticostituzionale”. L’opposizione tuttavia non cede e rimanda al risultato delle ultime elezioni presidenziali, in cui Maduro, seppur con soli 300mila voti di scarto, si è aggiudicato la vittoria.
La crisi in cui versa il paese è grave, come riferiva al Papa Leopoldo Lopez Gil, padre del leader dell’opposizione attualmente in carcere, e si è a un passo dalla violazione dei diritti umani.

[S.C.]

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