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A tu per tu con i ragazzi della “Bottega di Antonio”

Di Mario Passamonti

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – I ragazzi  della “Bottega di Antonio”, nell’oratorio della Parrocchia S. Antonio di Padova, hanno ripreso le prove dello spettacolo su Don Bosco, in vista della prima replica di lunedì 9 maggio alle ore 21.00 presso il Teatro Concordia.
La grande sintonia ed il grande impegno sia dei ragazzi che degli animatori hanno trasformato uno “sparuto gruppo” in una vera compagnia teatrale. Gradualmente, sono emersi i talenti artistici di ciascuno, talenti dei quali ci si è presi cura per aiutarli a sbocciare,  sempre in un clima goliardico e di festa.
Tanta strada è stata percorsa e quei ragazzi che erano partiti con l’idea di stare “ai margini del palco” di una Parrocchia  si sono ritrovati a calcare le scene del teatro. Dalle loro colorite espressioni emergono le forti emozioni provate, ma soprattutto la grande sorpresa di aver realizzato  qualcosa di cui non credevano di essere capaci, superando paure e timori.

Li abbiamo incontrati per parlare della loro esperienza nella Bottega iniziata nel 2015 e della tempesta emozionale legata al  debutto in teatro di sabato scorso; ma abbiamo anche chiesto le loro opinioni sull’esperienza teatrale, quale mezzo per veicolare emozioni e bellezza tra i ragazzi.

Come ha avuto inizio il vostro percorso?
Tutto è nato dall’intuizione di alcuni animatori dell’oratorio, di riprendere l’attività teatrale interrotta da alcuni anni. La prima risposta dei ragazzi alla proposta del musical non è stata di  grande entusiasmo. Per molti ragazzi si trattava di una novità e l’adesione, più che per convincimento, è avvenuta per fiducia negli animatori che la proponevano, per gioco, per curiosità, magari pensando solo di “dare una mano nelle coreografie o nel dipingere le scenografie o fare la suggeritrice …”.

Come avete vissuto questi mesi?
Un inizio non semplice “non nascondo che  eravamo un po’  scettici  sul da farsi e si notava che tra noi ragazzi non c’era molta sintonia …”. Ma prova dopo prova, i ragazzi si sono “amalgamati”, hanno imparato a conoscersi  ed  è nato  “lo spirito di Bottega”:  “Se qualcuno ha un talento o se non ne ha non importa, tutti nel nostro gruppo si sentono accolti e indispensabili per far funzionare lo spettacolo! …”;  “ho potuto sperimentare che l’unione fa la forza perché nessuno della “Bottega di Antonio” individualmente avrebbe potuto fare qualcosa di cosi speciale e meraviglioso”; “mi son trovata in una nuova famiglia,  dove ci si prende cura l’uno dell’altro e ci si tratta come fratelli”.

Come avete vissuto il vostro primo spettacolo?
Sabato sera è stato un trionfo di emozioni: amore, gioia, voglia di mettersi in gioco ..”
“… vedere molti dei miei parenti e amici che mi facevano i complimenti mi ha fatto quasi commuovere perche non pensavo di essere all’altezza di un ruolo così importante …”
l’emozione  è stata grande…ma tutto è  andato bene. Io ce l’ho messa tutta per fare la mia parte… avevo il cuore che mi batteva a mille …”; Durante lo spettacolo ho provato un’emozione incredibile: trasmettere agli spettatori il coraggio, l’allegria e soprattutto la fede di Don Bosco, mi ha caricato e mi ha fatto sentire orgoglioso di tutto il lavoro compiuto”.

Come vivete il rapporto con il teatro?
Allargando lo sguardo sul mondo giovanile, sui tempi che stiamo vivendo e sulle relazioni ad alto tasso tecnologico che ci spingono sempre più a relazionarci con gli altri attraverso i  social media, abbiamo chiesto ai  ragazzi  se quella teatrale può essere ancora, a loro avviso, una proposta sensata. La loro risposta è convinta: “Ne vale veramente la pena sia per la crescita personale che come mezzo per diffondere valori positivi”. E nelle loro parole, ancora cariche dell’euforia per il  debutto di sabato scorso, troviamo il colore ed il calore dell’esperienza vissuta dentro la Bottega di Antonio: “E’ davvero un’esperienza che fa sognare e aiuta molto la vita di un adolescente ..”;  “prendere parte  al  musical mi rende  felice perché do libero sfogo alle mie capacità …”; “per me il canto è un modo di esprimersi e di portare gioia agli altri e a se stessi”; “credo che un’attività come il teatro sia ottima per mettersi in gioco…”; “mi ha aiutato a  vincere  le mie paure ed  a credere di più in me stessa. ..”; “sul palco vogliamo portare a tutti la bellezza delle cose semplici fatte con amore e impegno …”; “consiglierei questa esperienza a chiunque voglia conoscere meglio se stesso ed essere portatore di un messaggio di amore, solidarietà e gioia ...”; “… mamma mia quanto ci siamo divertiti!!! è una delle tante esperienze che deve essere vissuta concretamente per capire a pieno ciò che si prova: è un binomio formidabile di anima e corpo”.

Usciamo dall’incontro con un senso di gratitudine verso questi ragazzi che hanno avuto il coraggio di sperimentare nuove strade, per aver superato  i propri limiti (spesso segnati dalle proprie paure) costruendo una rete di relazioni basata sulla fiducia sia tra coetanei che verso gli animatori.

Il nostro grazie va a quegli adulti che sono ancora capaci di andare contro corrente e che si “ostinano” a fare proposte “antiche” che fanno ancora bene “al corpo e all’anima” … 

Redazione: