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Di lauretanum

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DIOCESI – “Sia in Oriente che in Occidente, è possibile ravvisare un cammino che, nel corso dei secoli, ha portato l’umanità a incontrarsi progressivamente con la verità e a confrontarsi con essa. E un cammino che s’è svolto — né poteva essere altrimenti — entro l’orizzonte dell’autocoscienza personale: più l’uomo conosce la realtà e il mondo e più conosce se stesso nella sua unicità, mentre gli diventa sempre più impellente la domanda sul senso delle cose e della sua stessa esistenza” (San Giovanni Paolo II, Lettera Enciclica Fides et Ratio, 14 settembre 1998, 1).
Ci sono tante domande, nelle nostre giornate, che il più delle volte affollano la nostra mente e ci mettono dentro il desiderio di venire ascoltati nel nostro bisogno di conoscenza. Nella nostra relazione con Dio, e nel nostro rapportarci ai fratelli e alle sorelle di Fede e di Umanità, sorgono dentro di noi quegli interrogativi, che sono il segno evidente dell’interesse che ciascuno di noi, credenti nel Cristo Risorto, vive nel suo intimo. Ci sono altre domande, poi, sicuramente più semplici, e che a un primo superficiale sguardo potrebbero apparire anche banali, che invece ci incuriosiscono positivamente e ci danno in seguito il gusto delle cose fatte bene, perché meditate e comprese, una volta che abbiamo risolto l’enigma della loro corretta interpretazione. Sono interrogativi che, nella maggior parte dei casi, sono le stesse esperienze che facciamo a sollevare e a mettere in evidenza. Delle une e delle altre vorremmo occuparci in questa nuova rubrica, dal sapore un po’ confidenziale, nella quale cercheremo di dare ragione di alcuni fatti in due direzioni, l’una teologica, l’altra liturgica.

In questo modo, guardando alla Sacra Scrittura e alla Tradizione della nostra Chiesa, di volta in volta, con molta umiltà, possiamo procedere verso una direzione comune che, a livello di Chiesa locale, ci possa accompagnare nell’unità anche a partire dai piccoli gesti della quotidianità o in alcune questioni di ordine più profondo. Sarebbe anche bello e auspicabile che la stessa nostra Redazione trovasse poi il modo di suscitare l’interesse dei Lettori e di esprimerlo attraverso una esplicitazione di tali domande e interrogativi. Resta fondamentale l’approccio personale che si fa alla conoscenza delle cose della nostra Fede, ma è indubbio il fatto che dobbiamo educarci insieme a vivere l’espressione della stessa in una pratica mai vuota di senso.

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