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Questa sera in Cattedrale un importante concerto gratuito per festeggiare i 18 anni dei Musei Sistini

DIOCESI – Un importante concerto per un importante evento: i diciotto anni della nascita del museo diocesano caratterizzato, nella nostra Diocesi, da un museo con dieci sedi sul territorio.
Il coro e l’orchestra del Conservatorio Pergolesi di Fermo (per un totale di circa novanta elementi) eseguirà i Requiem di Puccini e Jommelli (già eseguito nella settimana Santa presso il Duomo di Fermo) questa sera, sabato 23 aprile alle ore 21.00 presso la Cattedrale della Marina.

La proposta è venuta dal Presidente del Conservatorio Verducci e dal direttore Mazzoni che già avevano collaborato con il Museo Sistino lo scorso gennaio per un altro concerto tenutosi presso il teatro Comunale di Montalto. La musica peraltro è sempre stato un elemento caratterizzante la rete museale dei Musei Sistini e per festeggiare il 18° compleanno non poteva mancare.

Per ripercorrere brevemente la storia del museo, si può affermare che la formula del museo diocesano diffuso sul territorio, fu una felice idea di Mons. Gervasio Gestori e don Giorgio Carini che allora ricopriva l’incarico di delegato dell’Ufficio Beni Culturali della Diocesi di San Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto. L’idea coinvolse sin da subito l’assessorato alla cultura della Provincia di Ascoli Piceno con l’assessore Prof. Carlo Verducci, che oggi ricopre invece l’incarico di Presidente del Conservatorio Pergolesi di Fermo e le amministrazioni Comunali le quali, nel 1998 aderirono in tre: Montalto Marche, Rotella e Castignano. Con i beni di questi tre centri si ideò una sorta di anteprima del museo diocesano che voleva rappresentare un prezioso inizio; furono infatti esposti manufatti importanti e mai esposti in Diocesi (tranne qualche eccezione) come il Reliquiario donato da Papa Sisto V alla ‘sua patria carissima’ Montalto e i suoi paramenti che giacevano in Soprintendenza da svariati anni. La rete comprende attualmente dieci sedi espositive distribuite nel territorio ecclesiastico di competenza: i musei di Arte Sacra di Castignano, Comunanza e Force, il Museo Sistino di Grottammare e quello Sistino Vescovile di Montalto, il Museo di Arte Sacra di Montemonaco e il Museo del Santuario di San Giacomo della Marca; il Museo Vescovile di Ripatransone, il Museo Ciccolini di Rotella e il Museo di Arte Sacra di San Benedetto del Tronto.
Non sarà inutile poi, citare le opere di maggior spicco: a Montalto, in particolare, si conservano i preziosi doni di papa Sisto V alla sua terra, tra i quali il celebre reliquiario di cui si è già accennato: uno dei più elevati esiti dell’oreficeria parigina sviluppatasi alla fine del secolo XIV presso la corte dei Valois.
Pochissimi esemplari possono essergli paragonati per dimensioni, livello artistico raggiunto e intrinseco valore dei materiali (oro, argento, 59 perle, 20 rubini, 19 zaffiri, 1 cammeo in calcedonio). Molto rara anche la tecnica impiegata per le raffigurazioni: lo smalto en ronde bosse, costituito da pasta vitrea colorata a copertura di statuette realizzate in oro puro ad alto rilievo e a tutto tondo.
A Ripatransone si ammira, fra le opere provenienti dalla chiese cittadine, la statua lignea quattrocentesca di Santa Maria Maddalena, mentre San Benedetto offre una rassegna sulle origini della chiesa locale. Castignano custodisce un superbo reliquiario del secolo XV oltre ad un imponente affresco raffigurante il giudizio universale.

Nel museo di Comunanza si trovano opere dell’orafo ascolano Antonio Vannini e del pittore Giuseppe Ghezzi, discepolo di Carlo Maratti; Force esibisce dipinti e una rara scultura di Simone De Magistris. A Grottammare vi sono tavole di Vittore Crivelli oltre che un calice in argento appartenuto a Sisto V e una medaglia fatta realizzare da sua sorella Camilla. Montemonaco si impone per il suo ricco patrimonio di scultura lignea dal XIII al XVIII secolo, mentre Monteprandone custodisce cimeli di san Giacomo della Marca, il suo figlio più illustre. Rotella, infine, si fa apprezzare per la sua ricca e singolare collezione di reliquiari. A distanza di anni, numerosi sono i passi che sono stati effettuati ad iniziare dal restauro degli edifici architettonici che ospitano le sedi espositive, tra cui le sedi del museo Sistino di Montalto Marche e quella del Museo Vescovile di Ripatransone.

Le opere d’arte che in questi anni si sono restaurate sono oltre trecento con il coinvolgimento di istituti di fama internazionale come l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze che dal 1999 con il restauro del reliquiario della Santa Croce di Castignano, fino al 2015 con il restauro del Reliquiario di Sisto V hanno operato in maniera pressoché ininterrotta tra i restauri nel laboratorio fiorentino e quelli fatti nei cantieri estivi negli anni presso i nostri musei. In questo contesto si colloca anche il dialogo con importanti musei italiani e stranieri.

La concessione di un’opera di eccezionale valore come il reliquiario di Sisto V per mostre di richiamo internazionale ha infatti permesso di avviare rapporti di collaborazione con gli enti richiedenti, che hanno concesso in prestito ‘un’opera ospite’ in modo da compensare l’assenza. Di qui l’opportunità per organizzare degli eventi espositivi di rilievo. Dal Museo del Louvre, in occasione della mostra Parigi 1400: le arti al tempo di Carlo VI (Parigi, Musée du Louvre, 22 marzo 12 luglio 2004) si sono ottenute opere conservate in vari musei francesi consentendo di poter esporre a Montalto tre straordinarie opere fortemente legate al territorio marchigiano da cui partirono, nel corso dell’Ottocento, in seguito allo smembramento di prestigiose raccolte private: una tavola di Carlo Crivelli dal museo del Louvre, una croce astile di Pietro Vannini (sec. XV) dal Museo di Cluny e una tela dell’artista locale Giovanni Pagani (sec. XVI) dal Musée du Petit Palais di Avignone, tutte esposte a Montalto Marche in una mostra dal titolo Da Parigi a Montalto. Capolavori dai musei del Louvre e di Cluny (Montalto Marche, 27 marzo – 18 luglio 2004); oppure per la mostra Gentile da Fabriano e l’altro Rinascimento (Fabriano, Pinacoteca Civica, 21 aprile – 23 luglio 2006) si è ottenuto il gruppo ligneo dei Magi dal museo della Cattedrale di Fabriano (sec. XIV), che è stato riunito ad una Madonna della Galleria Salander di New York in una mostra, allestita presso il Museo Sistino di Montalto lungo il normale percorso di visita, dal titolo Sacri Legni, Sculture dal Fabriano e dalla Marca Picena (Montalto Marche, 22 aprile – 17 settembre 2006): una mostra frutto di un complesso lavoro di ricerca nella quale si esponevano anche numerose sculture lignee poco conosciute del territorio; infine, in occasione della mostra Cosmè Tura e Francesco del Cossa. L’arte a Ferrara nell’età di Borso d’Este (Ferrara, Palazzo dei Diamanti, 23 settembre 2007 – 6 gennaio 2008) si è ottenuta la Madonna della Melagrana di Jacopo della Quercia eseguita nel 1407, considerata uno dei capolavori del grande scultore toscano la cui rara forza espressiva aprirà il terreno al genio di Michelangelo che ne ammirò e ne studiò la produzione.

L’occasione di apprezzare l’opera fuori dalla sua sede storica permise di esporre accanto ad essa un piccolo ma importante nucleo di sculture in pietra, legno e terracotta che consentirono di ripercorrere alcuni aspetti della scultura toscana nell’Italia adriatica nel corso del Quattrocento esponendo opere marchigiane e toscane dello stesso ambito culturale nella mostra Jacopo della Quercia ospite a Ripatransone: tracce di scultura toscana tra Emilia e Marche (Ripatransone, 28 giugno 14 settembre 2008). Questi i fatti salienti che rintracciano le tappe più importanti dei Musei Sistini fino ad arrivare ad alcuni recenti dati comunicati tra l’altro lo scorso 23 marzo 2016 in occasione dell’annuale firma dell’accordo per la gestione del museo intercomunale di arte sacra (Musei Sistini del Piceno) tra la Diocesi, le dieci amministrazioni comunali e il bim: nell’anno 2015 si sono registrate nelle dieci sedi museali 9.307 visite, dato in crescita rispetto a quello dell’anno precedente (presenze anno 2014 pari a 8.284). Complessivamente la rete museale in 18 anni di attività ha avuto un’affluenza di 142.874 visitatori.

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