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La pedagogia del Si nella coppia con la dott.ssa Verdecchia

Don Paolo Sabatini 

DIOCESI – Ogni anno nella Diocesi di Ascoli Piceno la vicaria della Vallata del Tronto organizza una tre giorni di formazione per tutte le coppie che hanno frequentato i corsi prematrimoniali nelle varie parrocchie. Quest’anno è stata l’occasione per una collaborazione interessante e proficua anche se in modo piccolo tra le due diocesi di Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto: il secondo incontro è stato infatti tenuto dalla dott.ssa Chiara Verdecchia.

Il percorso proposto prevedeva due incontri; il primo più da un punto di vista concreto, una testimonianza di una famiglia sulla sacramentalità del matrimonio come valore fondamentale, e il terzo affrontava lo stesso argomento più da un punto di vista teologico e liturgico.

La dott.ssa Verdecchia ha tenuto  la  relazione “la pedagogia del sì nella coppia” affrontando i temi riguardanti l’ascolto, la comunicazione, il dialogo. La preparazione al matrimonio ha certamente bisogno, oltre agli aspetti teologici e sacramentali, di queste indicazioni più tecniche e pedagogiche, che rappresentano dei veri strumenti per rafforzare le nuove famiglie, per insegnar loro ad affrontare anche la crisi in modo più maturo e responsabile.

Nella prima parte dell’incontro, interessante è stato il richiamo ad educare se stessi, ad “essere luogo” e “spazio” capace di ospitare, di accogliere, di invitare l’altro. Il secondo passaggio verteva sulla ricostruzione della nuova identità di coppia basata sul dialogo, sull’ascolto attivo, sull’empatia che fonda la comunicazione efficace. Per ultimo l’invito a non aver paura delle crisi, che saranno trampolino di lancio per ogni momento di crescita. Si è ragionato anche sul come debbano essere osservati i primi segnali e quali risonanze quest’ultimi comportano. Il tutto è stato espresso non solo attraverso la conoscenza psicopedagogica legata alla professionalità, ma impregnato di una testimonianza viva e concreta che la stessa ha riferito ai presenti. Emozionante è stata la sua fermezza nel riconoscere la presenza nella vita di un “supervisore speciale”, di fronte al quale i futuri sposi dovranno imparare a sostare, ad ascoltare in silenzio la propria interiorità supportata dalle parole  del  Vangelo.

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