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FOTO La rievocazione della Cena ebraica a Montalto ci ha introdotti alla nostra Pasqua

Di lauretanum

MONTALTO DELLE MARCHE – “Schiavi fummo del faraone in Egitto; ma di là ci fece uscire il Signore nostro Dio, con mano forte e braccio disteso”. Così abbiamo risposto insieme alla domanda su cosa ci fosse di speciale rivoltaci dai bambini e dai ragazzi nella Cena preparata per loro e per tanti parrocchiani, nella Ludoteca Comunale di Montalto, nela serata di martedì 22 u. s., per rivivere quanto fatto da Gesù nella sua Ultima Cena, la sera del Giovedì Santo, nell’istituire la Santissima Eucaristia. Le domande dei quattro figli (quattro è numero cosmico) rappresentano tutti gli uomini che si pongono di fronte al fatto religioso: nel rituale ebraico si evidenzia come fra questi quattro figli ci siano il saggio, il malizioso, l’ingenuo e quello che non sa porre domande. Noi abbiamo fatto tutto in forma semplificata più consona alla nostra mentalità, ma risulta ugualmente chiaro che la domanda dei figli al padre, e la conseguente risposta che ne scaturisce, esprimono come la famiglia sia la prima educatrice alla fede e come la Rivelazione superi i limiti del tempo trasmettendosi di generazione in generazione. Inoltre, le domande dei bambini attirano inevitabilmente la nostra attenzione sugli elementi pasquali che ritroviamo nell’Ultima Cena del Signore. La rievocazione della Pasqua ebraica, allora, ci ha preparato a celebrare più consapevolmente la Pasqua cristiana. In entrambi i casi, la Liturgia ci vuol rendere presenti all’evento: come recita l’Haggadah (la preghiera pasquale per ecellenza), “Non solo i nostri padri liberò il Santo – Benedetto Egli sia – , ma anche noi liberò insieme con loro”. Far memoria, nel mondo biblico da cui noi desumiamo il concetto di memoriale, non è un semplice rievocare (a parole), rammentare (nella mente) o ricordare (col cuore), ma è attualizzare, render presente, conformemente al significato biblico del verbo zahkar: tutta la nostra liturgia è basata su questo. Il nutrito numero di partecipanti all’Haggadah pasquale, predisposto nei diversi gesti e nelle parole del rituale ebraico, ha potuto così apprezzare il valore catechetico e comunionale della celebrazione. Il ritorno alle proprie case ha lasciato in ciascuno un simpatico ricordo, la voglia di ripetere l’esperienza, e forse, speriamo, un arricchimento personale, che ci accompagnerà ai Riti dei prossimi giorni.

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