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Consiglio europeo: migranti, Ue cerca un accordo con la Turchia. Le preoccupazioni di Merkel, Hollande e Renzi

Giochi aperti al Consiglio europeo. La seconda giornata del summit dei capi di Stato e di governo dell’Ue si apre in mattinata con un faccia-a-faccia tra il presidente Donald Tusk e il premier turco Ahmet Davutoglu. Tusk (accompagnato dal presidente della Commissione Jean-Claude Juncker e dal premier olandese Mark Rutte, presidente di turno del Consiglio dei ministri Ue) porterà al capo del governo di Ankara una serie di proposte emerse nella prima giornata del vertice. L’Ue sembra disposta a raggiungere un accordo: 3 miliardi di euro per la Turchia, con la possibilità (non la certezza) di aggiungerne altri 3, quale sostegno all’accoglienza dei 2,5 milioni di profughi giunti in territorio turco; ritorno in Turchia dei siriani giunti illegalmente in Grecia; trasferimento di un pari numero (attorno ai 70mila probabilmente) di profughi che hanno diritto a chiedere asilo in Europa. La Turchia chiede inoltre la liberalizzazione dei visti dei cittadini turchi verso l’Ue a partire da giugno e – più difficile da ottenere – l’apertura di nuovi capitoli negoziali per l’adesione: su questo tema le perplessità sono diffuse e c’è, al momento, il veto di Cipro, che ha mezza isola occupata dai turchi. Ieri il vertice ha diffuso le “Conclusioni” ufficiali sugli aspetti economici e della governance; nessun testo, invece, sulle migrazioni, perché si attendono appunto i lavori di oggi, cui è stato invitato lo stesso Davutoglu.

La cancelliera tedesca Angela Merkel, lasciando stanotte la sede del Consiglio, ha parlato di trattative in corso “tutt’altro che facili”. Per il presidente francese François Hollande “c’è ancora molto da fare”. Fra i mediatori emergono il premier greco Tsipras – il cui Paese sta subendo la pressione migratoria mediorientale – e quello italiano Matteo Renzi. Lo stesso Renzi è fortemente preoccupato, avvicinandosi la stagione primaverile, dalla ripresa degli sbarchi di profughi provenienti dall’Africa. Sullo stesso tema ieri ha lanciato un avvertimento il premier britannico David Cameron. Renzi invece ha allargato il discorso sulle ragioni di fondo delle migrazioni, affermando che se si intende “ridurre l’immigrazione selvaggia, l’unica soluzione è fare investimenti nei Paesi d’origine”.

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