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Acqua pubblica: Barbera (Cipsi), “cancellata la volontà di 25 milioni di italiani”

Invitiamo tutti coloro che ai referendum hanno scelto l’acqua pubblica a non votare più per nessuna forza politica e nessun amministratore che non rispetta la volontà dei cittadini e che vuole mercificare la nostra vita e i nostri diritti”. Questo è il commento di Guido Barbera, presidente di Solidarietà e Cooperazione Cipsi, coordinamento di 30 associazioni di solidarietà, alla decisione della Commissione Ambiente della Camera: durante l’esame della legge sull’acqua ha approvato un emendamento soppressivo dell’art. 6, che disciplinava i processi di ripubblicizzazione della gestione dell’acqua.  “È stato stravolto l’impianto generale della legge sull’acqua: introducendo di nuovo l’acqua privata ne sono stati travisati i principi essenziali”, afferma Barbera, per il quale questo “cancella la volontà di 25 milioni di italiani che hanno votato ai referendum”. L’articolo 6, rispettando i risultati del voto di cinque anni fa (il 95% dei votanti si era espresso contro la privatizzazione), definiva il servizio idrico integrato quale servizio pubblico locale privo di rilevanza economica, e ne disponeva quindi l’affidamento esclusivo a enti di diritto pubblico. Di conseguenza la norma, così come era stata approntata in accordo con i promotori del referendum, vietava l’acquisizione di quote azionarie di società di gestione del servizio idrico integrato. “Adesso la Commissione ha votato l’abrogazione dell’obbligo all’acqua pubblica – fa notare Barbera -. In questo modo si riaprono ora le porte ai privati: porte in realtà mai del tutto chiuse, visto che in molte città la gestione è già passata di mano a imprese non pubbliche”. La legge, ricorda, “avrebbe dovuto recepire gli esiti del referendum e definire regole uniformi su tutto il territorio nazionale”. “L’acqua è un diritto di tutti – conclude Barbera – e continueremo a mobilitarci insieme a tutti i movimenti affinché questo diritto sia garantito, contro ogni sopraffazione governativa a favore delle multinazionali. Alle prossime elezioni amministrative presenteremo il conto ai candidati”.

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