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FOTO “Giubileo delle persone vedove”, Vescovo Bresciani “Gesù ci chiama ad essere suo strumento di consolazione e di misericordia per tutti”

DIOCESI – Mercoledì 9 Marzo è stato celebrato presso la Cattedrale Madonna della Marina in San Benedetto del Tronto dal Vescovo Carlo Bresciani il “Giubleo delle persone Vedove”.
La mattinata ha avuto inizio alle ore 9.30 in piazza Nardone quando tutte le persone vedove hanno vissuto un breve pellegrinaggio che ha condotto tutti i presenti ad attraversare la Porta Santa e a vivere la solenne celebrazione presieduta dal Vescovo Carlo Bresciani.

Vescovo Bresciani: “Carissime vedove,
sono lieto di vivere insieme a voi questo momento di preghiera che segna il vostro giubileo della misericordia, in ascolto della parola che Dio ci ha appena ora offerto nella lettere della liturgia odierna.

“Giubilate, o cieli, rallegrati, o terra, gridate di gioia, o monti, perché il Signore consola il suo popolo e ha misericordia dei suoi poveri” (Is 49,8). Così il profeta Isaia si rivolge al popolo di Israele, portando conforto, perché nella prova aveva detto “Il Signore mi ha abbandonato, il Signore mi ha dimenticato”. Anche il popolo di Israele, che pur ha avuto tante testimonianze dell’amore di Dio, nella prova è tentato di dubitare nel Signore. Perfino Gesù nel momento del supremo dolore esclama: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”. Espressione profonda di dolore che ci sorprende sulla bocca di Gesù, ma che è preghiera, perché, nonostante tutto, Gesù si rivolge al Padre in un dialogo sofferto e lo riconosce come Dio.

La risposta del profeta al lamento di Israele è tra le più toccanti dell’Antico Testamento: “Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se costoro si dimenticassero [e purtroppo oggi dobbiamo sentire che anche questo capita con madri che uccidono il proprio figlio], io non mi dimenticherò mai”.

È vero, possiamo esperimentare nella vita forti momenti di solitudine, come capita quando si perde un coniuge e bisogna reinventarsi la vita da soli, magari con i figli lontani, e allora la tentazione di pensare che Dio ci abbia abbandonato può insinuarsi. Ma non dobbiamo mai dimenticare la promessa di Dio: “io non mi dimenticherò mai!”. Resta l’esperienza del dolore umano, ovviamente, nessuno la può togliere, ma Dio non si lascia spaventare dal nostro dolore e non ci rifiuta perché a volte gemiamo sotto la sofferenza che invade, magari improvvisamente, la nostra vita. La sua vicinanza discreta, che Isaia paragona alla tenerezza di una madre, non ci abbandona. Dio non rifiuta mai chi geme nel dolore. Solo che in queste situazioni noi facciamo più fatica a cogliere la sua presenza, ma la sua misericordia ci comprende anche in questa fatica e, piano piano, con discrezione e tenerezza, ci aiuta a superare la prova e a comprendere che solo nel suo amore, che va oltre la morte, possiamo trovare conforto.

Celebrando il Giubileo della misericordia, noi gioiamo, come ci invita a fare il profeta Isaia, perché ci sentiamo parte di quei poveri di cui è detto che Dio ha misericordia e siamo qui per dirgli grazie, perché ci ama nella nostra povertà e ci consola nella nostra solitudine.

Avendo però esperimentato la misericordia di Dio nel nostro dolore e nella nostra solitudine, non possiamo non essere particolarmente sensibili e vicini a coloro che fanno la nostra stessa (o un’altra analoga) esperienza di dolore e di solitudine nella vita: sappiamo che sono molte le situazioni di solitudine e di bisogno che nel corso della vita incontriamo. Gesù ci chiama, ciascuno secondo le sue possibilità, ad essere suo strumento di consolazione e di misericordia per tutti. Questo è l’invito che il Giubileo fa a ciascuno di noi: siate  “misericordiosi come il Padre”.

La prima misericordia, carissime, sta nel vostro essere insieme, sostenendovi moralmente e spiritualmente (e se necessario anche materialmente) tra voi vedove che  avete esperimentato la dolorosa separazione dal vostro coniuge e ben potete comprendere chi si trova a doverla affrontare. Sapete che la vicinanza di persone amiche è un grande dono di Dio in queste situazioni. Si può ben continuare, quasi a completare, le parole di Gesù che indica le opere di misericordia, aggiungendo: “ero vedova e mi avete visitato, aiutato, confortato …”. D’altra parte, è la stessa parola di Dio che mette la vedova accanto all’orfano e al forestiero come persone che in modo particolare sono protette da Lui e hanno bisogno della misericordia degli esseri uomini.

Carissime vedove, siete entrate dalla porta santa e qui Dio vi accoglie con amore di Padre, con le braccia aperte. Vuole essere il vostro consolatore. Qui la Chiesa, attraverso il vescovo, vi accoglie e vi dona la Parola di Dio e i sacramenti della fede, indicandovi in essi, da una parte, la via della salvezza e, dall’altra, una possibilità di non interrompere, in Cristo e attraverso Cristo, la comunione spirituale con il vostro amato coniuge.

Nella preghiera che ci unisce a Cristo, ci uniamo nella comunione dei santi anche con i nostri fratelli di fede che ci hanno preceduto nel Regno dei cieli. Attraverso la preghiera di suffragio, con grande atto di misericordia e di carità, possiamo continuare a donare loro l’amore che fisicamente non possiamo più esprimere, ma sappiamo con la certezza della fede che, attraverso Cristo, giunge fino a loro. Non viviamo, quindi, in un dolore senza speranza, ma continuiamo a vivere in una comunione spirituale di fede con coloro che ci hanno lasciato: ciò consola le notti insonni e solitarie.

   Gesù nel Vangelo ci ha detto: “viene l’ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce [quella del Padre] e usciranno, quanti fecero il bene per una resurrezione di vita e quanti fecero il male per una resurrezione di condanna”. Cerchiamo di fare il bene e chiediamo l’aiuto di Dio per questo, così che, a suo tempo, possiamo anche noi partecipare a una resurrezione di vita nella comunione con coloro che ci sono stati cari. E preghiamo perché anche loro, per la misericordia di Dio, possano partecipare con noi alla resurrezione di vita.

Maria, madre di misericordia, vi protegga da ogni male custodendovi sotto il suo manto santo e interceda presso suo Figlio Gesù ciò di cui avete bisogno per il vostro cammino di fede. E siate sempre misericordiose nelle parole e nelle opere a imitazione del Padre celeste che fa piovere sui giusti e sugli ingiusti senza distinzioni di persone”.

Redazione: