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Giubileo, a tu per tu con Padre Gabriele Lupi: “i nostri sforzi a favore della Caritas diocesana”

DIOCESI – La nostra diocesi ha appena vissuto il terzo Giubileo delle Vicarie. Domenica 6 marzo è stata la volta della zona pastorale “Padre Giovanni nello Spirito Santo”

Abbiamo intervistato con l’occasione Padre Gabriele Lupi, vicario foraneo delle Chiese Sambenedettesi e parroco di Sant’Antonio di Padova.

Padre Gabriele, cosa vuol dire vivere il giubileo in diocesi?
Penso che sia proprio una bella opportunità per il fatto che si ha l’impressione di “una Misericordia” che viene a casa nostra.  Mi sembra proprio questo il senso che caratterizza l’agire di Dio: non siamo noi ad andare verso di Lui, ma è Lui che viene verso di noi.
Nel nostro pellegrinaggio, verso la porta santa, siamo partiti da un luogo che risulta essere emblematico per la città: quello della “rotonda Giorgini”.
Questo luogo vuole essere il simbolo di una esistenza che si vuole “mettere alla ricerca di senso”.
Tanti nostri giovani camminano in questo luogo proprio con questo desiderio nel cuore, magari senza che loro ne siano consapevoli.
Portando con noi questa domanda, questo ricerca,  vorremmo che questo “Giubileo” giunga nel luogo dove noi non abbiamo il coraggio di arrivare, cioè riconoscere di aver bisogno della sua “Misericordia”.

Come si è preparata la Vicaria al Giubileo?
La nostra Vicaria che caratterizza in modo particolare la nostra Diocesi, ha cercato di porre la preparazione al Giubileo in un posto privilegiato: infatti in diversi incontri dei sacerdoti siamo tornati sull’argomento.
Al di là del numero, penso che sia stato l’“evento” se ognuno di noi si è lasciato toccare dalla grazia che in modo sovrabbondante lo Spirito Santo vuole riversare su di noi.

Come sta ha vissuto il fedele la preparazione a questo importante appuntamento?
Penso che ognuno sia particolarmente sensibile al messaggio di “misericordia” che il nostro Papa Francesco ha voluto risvegliare nella Chiesa.

Quale potrebbe essere un segno visibile di Misericordia nella vicaria alla fine dell’anno giubilare?
Per quanto riguarda il segno che la nostra Chiesa è chiamata a dare, abbiamo deciso di concentrare i nostri sforzi per il momento, sulla nostra struttura “caritas” diocesana.  Registriamo un crescente bisogno di accoglienza e di distribuzione pasti.  Altri passi li stiamo valutando anche in accordo con il Comune.

Redazione: