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Comunanza e il cammino Quaresimale, Don Dino Straccia: dobbiamo vivere il digiuno “da tutto ciò che è ‘troppo’ nella nostra vita”

Di Massimo Cerfolio

COMUNANZA – La Quaresima, iniziata mercoledì 10 febbraio con il suggestivo rito dell’imposizione delle Ceneri, ha avuto un sapore del tutto particolare per la comunità di Comunanza.

Collocata all’interno del Giubileo Straordinario della Misericordia indetto da Papa Francesco, amplifica il tempo di preparazione alla Pasqua e diventa come una palestra. L’allenamento infatti, aiuta a vivere le tre principali richieste che il Signore rivolge ad ogni fedele: Preghiera, Digiuno e Carità. Abbiamo chiesto a Don Dino Straccia di esprimere il suo pensiero su queste tre richieste: “La preghiera non è tanto il recitare formule stabilite, quanto piuttosto un dialogo con Dio, un dialogo fatto di parole ma anche di silenzio e di ascolto. Così anche il Digiuno, lo sappiamo bene, non è solo quello del cibo, ma anche della troppa televisione, dal troppo internet e da tutto ciò che è “troppo” nella nostra vita. Infine abbiamo la Carità, San Paolo indica questo aspetto come il più importante di tutti. Una carità che è segno del nostro amare il prossimo, chinarsi verso di lui e servirlo, superando mano a mano pregiudizi e barriere.

Ebbene, questa palestra trova con il Giubileo, un grande arricchimento nel programma di allenamento e siamo chiamati infatti, a far interagire Quaresima e Giubileo con la sovrabbondanza di grazia che ci è stata concessa.” Proprio dietro il consiglio ed il pensiero di Don Dino la comunità parrocchiale di Santa Caterina in Comunanza si stà impegnando in questo, accogliendo questo momento di grazia. Gli operatori pastorali impegnati nei vari ambiti delle attività parrocchiali, supportati dai vari gruppi di preghiera come il Rinnovamento dello Spirito, Gruppo Rosario giovani ed il gruppo di preghiera di Padre Pio, coinvolgono tutta la comunità nella preghiera affinchè si possa camminare insieme fino alla Santa Pasqua. Don Dino ha concluso dicendo: “Cerchiamo, pertanto di fare in modo che la prossima Pasqua possa segnare nella nostra comunità un autentica resurrezione, una morte a noi stessi per risorgere con il Dio della Misericordia, che mai e poi mai si stanca di perdonarci ma dobbiamo solo permettergli di farlo.”

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