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Padre Gianni Giacomelli: la Misericordia di Dio nell’antico testamento

Di Fernando Palestini e Mario Passamonti

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Padre Gianni Giacomelli, priore del monastero di Fonte Avellana ha svolto lunedì sera la prima di due catechesi sulla misericordia presso la parrocchia di San Filippo Neri invitato, come da tradizione negli ultimi anni in quaresima, dal parroco don Gabriele Paoloni.

MISERICORDIA DI DIO: E’ IL SUO FARSI PROSSIMO ALL’UOMO
Padre Gianni si è soffermato in questo primo incontro sul vecchio testamento cercando di far cogliere a tutti i presenti come l’azione di Dio nella storia è diretta a far comprendere all’uomo la sua vicinanza e la sua prossimità.
Nell’islam il concetto di Misericordia è collegato al concetto di forza e potenza (Allah è grande e misericordioso: ossia è misericordioso in quanto è potente), nel buddismo la misericordia è più legata alla compassione, ad uno svuotarsi fino all’annientamento del se; nella tradizione giudaico cristiana la misericordia è questo percorso di discesa di Dio dalle alte sfere celesti fino ad arrivare ad assumere le sembianze umane con Gesù, per camminare a fianco all’uomo.

IL NO DI ABRAMO ALL’UCCISIONE DI ISACCO
L’angelo che ferma la mano di Abramo su Isacco è in realtà il racconto mitico della consapevolezza che Abramo ha raggiunto: Dio non può volere la morte di un figlio o se la vuole non può essere lui il mio Dio.
Abramo sperimenta la misericordia di Dio perché lo sente vicino.
La Misericordia quindi è una comunione di intenti, una fraternità tra umano e divino. Dio è misericordioso non perché è potente ma perché si fa povero: dall’uomo ad immagine di Dio, con il no di Abramo, nasce il Dio ad immagine dell’uomo.

DIO SCOMPARE OGNI VOLTA CHE LO IMMAGINIAMO FORTE E POTENTE
In tutto il vecchio testamento, ogni volta che l’uomo vuole dare di Dio un’immagine di forza e di potenza “Dio scompare e abbandona l’uomo”: lo vediamo nell’episodio di Isaia che dopo aver vinto la “gara del sacrificio” con i 400 profeti di Baal li uccide tutti “in nome del suo Dio potente”, o quando Davide in virtù del suo potere e accecato dalla passione seduce Gezabele e poi fa uccidere il marito per poterla sposare. Dio misericordioso riappare nel momento in cui entrambi i personaggi si rendono conto della loro miseria: solo allora incontrano di nuovo quel Dio che si fa compagno di strada.

DAL DIO CON NOI AL DIO INCARNATO
Il percorso di misericordia iniziato nel vecchio testamento avrà la sua pienezza con Gesù (vero Dio e vero uomo). Il “Dio lontano” viene definitivamente abolito. Dio si “compromette” completamente con l’uomo e lo nutre “con la sua carne che si fa pane”.
Gesù rispondendo allo scriba che lo interrogava su quale fosse il comandamento più grande risponderà: “Amerai il Signore Dio … Questo è il più grande e il primo dei comandamenti. E il secondo è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti”.
Il Dio misericordioso si mette di nuovo sullo stesso piano dell’uomo per essere un Dio simile, somigliante all’uomo che gli cammina al fianco e non vuole essere unicamente collocato in alto, nelle alte sfere.….Giacomelli ha terminato così la sua lectio invitando tutti al prossimo incontro sul NUOVO TESTAMENTO lunedì prossimo 29 febbraio alle ore 21,15.

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