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La quaresima presso il Convento degli Agostiniani Scalzi di Acquaviva

di Patrizia Neroni

ACQUAVIVA PICENA  – Ogni anno ad Acquaviva Picena la prima domenica di Quaresima tutte le Sante Messe, sia quelle parrocchiali di San Niccolò che quelle del convento, vengono celebrate tutte nella Comunità Agostiniana. Inoltre nella stessa domenica dopo la Messa delle 11.15 si espone il Santissimo Sacramento per un’Adorazione che si protrae fino alle ore 18:30 quando dopo la solenne benedizione ha inizio l’ultima Celebrazione Eucaristica domenicale. La prima domenica di Quaresima, da ormai due secoli, per gli acquavivani è caratterizzata da questo particolare programma religioso, su volere della famiglia Rossi Panelli benefattrice del convento, per pregare insieme il Signore affinchè susciti nuove e più numerose vocazioni sacerdotali.
Nel ‘600 la popolazione acquavivana lamentava che il clero locale non bastava ad assolvere tutta l’assistenza spirituale necessaria, così si pensò di rivolgersi all’Ordine degli Agostiniani Scalzi (contraddistinti dall’uso di sandali come calzari), comunità nata dopo il Concilio di Trento composta da religiosi molto apprezzati per il loro stile di vita. Di questo ordine faceva parte padre Agostino della Resurrezione che si adoperò molto affinchè nascesse,un tanto desiderato convento,intitolato al Santo Vescovo proprio nel suo paese natio. Padre Agostino morì purtroppo all’età di trentotto anni e fu seppellito nella chiesa di San Rocco nel sepolcro dei parroci.
Per accogliere i frati era necessario il consenso del vice governatore di Fermo Mons. Nappi e del Vescovo di Ripatransone Mons. Poggi: il primo lo rilasciò il 2 marzo 1613, il secondo il 5 aprile 1613. Alla data del 20 aprile 1613 la Comunità di Acquaviva consegnava agli Agostiniani la chiesa di San Rocco e gli alloggi delle case adiacenti, impegnandosi a versare sessantacinque scudi per le spese iniziali. Con il passare del tempo questa sistemazione risultò non più adeguata per il gran numero dei frati presenti e a tal proposito si pensò di concedere, a titolo gratuito, la località che si trovava su un’amena collina e si chiamava di “San Lorenzo” perché lì in passato sorgeva una chiesetta dedicata al Santo, questo luogo si trovava vicino ad un bosco chiamato “Monte Agliare” in modo che i frati potessero utilizzare la legna per le loro necessità, ma a patto che in un prestabilito periodo dell’anno il Comune fosse libero di entrarvi per raccogliere le ghiande. La prima pietra del futuro convento fu posta da Mons. Poggi vescovo di Ripatransone e i lavori di completamento durarono quattro anni. Da quel momento fino a tutt’oggi è sede di noviziato. Quando i frati ebbero l’autorizzazione a risiedere nel nuovo convento furono legati dall’obbligo di celebrare l’Eucarestia dell’Aurora a san Rocco, ora questo obbligo è da tempo decaduto. Tra i tanti e benevoli frati che alloggiarono a san Lorenzo si ricorda Padre Matteo di San Paolino religioso innamorato dell’Eucarestia, ma anche professore di filosofia e teologia. Lo si ricorda soprattutto per le tracce di santità che ha lasciato, per le estasi, i prodigi e i fatti miracolosi a lui legati.
Negli anni gli Agostiniani si sono trovati a fronteggiare molte difficoltà, le più grandi riguardano le numerose soppressioni che si sono susseguite nel tempo e che non hanno risparmiato i due conventi acquavivani, quello di San Lorenzo e quello di San Francesco, infatti nel 1780 circa, ad Acquaviva erano presenti sia il convento agostiniano che quello francescano e sedici preti.
La famiglia Rossi Panelli, religiosa e molto legata ai frati, acquistò dallo Stato la chiesa e il convento annesso per restituirlo ai frati Agostiniani con la promessa che la prima domenica di Quaresima in suddetta chiesa venissero celebrate tutte le Messe e fosse esposto all’Adorazione dei fedeli il Santissimo Sacramento, come avviene tutt’ora.
Durante le due grandi guerre mondiali, quando i bisognosi era molti, il convento divenne casa ospitale per tutti nonostante l’allontanamento dei frati che furono chiamati al fronte per difendere la Patria. I pochi che rimasero si adoperarono instancabilmente per aiutare quante più persone possibili, in quello stesso periodo anche la Comunità dei Sacramentini di San Benedetto del Tronto trovò ospitalità dagli Agostiniani.
I frati ora presenti ad Acquaviva Picena continuano a svolgere la loro missione religiosa con impegno e dedizione e sono riconoscenti alla famiglia Rossi Panelli e ai suoi eredi loro benefattori.
Il vescovo emerito Sua Eccellenza Mons. Gervasio Gestori e il parroco don Alfredo Rosati si sono uniti in preghiera con tutta la comunità nel convento degli Agostiniani Scalzi .

Sara De Simplicio: