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A tu per tu con il presidente del BIM Luigi Contisciani: “lo scopo è quello di favorire il progresso economico e sociale della popolazione abitante nei Comuni consorziati”

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Abbiamo intervistato il Presidente del BIM Tronto Luigi Contisciani che ci ha illustrato i progetti e le finalità del consorzio Bacino Imbrifero Montano del Tronto.

Presidente Contisciani che cosa sono i consorzi Bim?
I Consorzi BIM sono Enti che raggruppano i Comuni amministrativi che ricadono all’interno di un Bacino Imbrifero Montano (da cui il nome B.I.M.) di un fiume.
Per bacino imbrifero di un fiume si intende quella porzione di territorio le cui acque superficiali drenanti confluiscono tutte in uno stesso accettore idrico finale. Nello specifico, il territorio preso in considerazione è quello al di sopra di una certa quota.

Quali sono gli scopi dei consorzi bim?
Il principale scopo dei Consorzi BIM è favorire il progresso economico e sociale della popolazione abitante nei Comuni consorziati. Più specificatamente, la tutela dei diritti delle popolazioni di montagna in relazione all’utilizzo delle acque del proprio territorio in funzione, soprattutto della produzione di energia elettrica. I Consorzi BIM possono inoltre assumere, sia direttamente che mediante delega ai Comuni consorziati o ad altri Enti, ogni altra iniziativa o attività diretta a favorire la crescita e lo sviluppo civile ed economico-sociale delle comunità residenti.

Quando sono nati i consorzi bim?
Dopo aver stabilito che i produttori di energia idroelettrica sono tenuti a risarcire le popolazioni di montagna per la privazione dell’acqua, un bene considerato inalienabile, il governo ha istituito i Consorzi BIM a livello nazionale con la L. 959 del 27 dicembre 1953 e, successivamente, con i vari Decreti del Ministro dei Lavori Pubblici, ne ha definito la perimetrazione.
I Consorzi BIM sono 61 su tutto il territorio nazionale, con propria gestione e autonomia, più di 2 Comunità Montane che amministrativamente svolgono la stessa funzione. Tutti i 63 Enti fanno parte della Federbim, la federazione italiana dei Consorzi BIM, che ha lo scopo primario di tutelare e salvaguardare gli interessi dei consorzi BIM e rappresentare a livello istituzionale centrale le problematiche dei vari Consorzi BIM.

Come si finanziano i consorzi bim?
La legge 959 del 27 dicembre 1953 stabilisce che tutti i concessionari di grandi derivazioni d’acqua per la produzione di forza motrice devono versare ai Consorzi BIM un sovra-canone annuo per i KW di potenza nominale prodotto a titolo di risarcimento e quale indennizzo alle comunità montane per lo sfruttamento e il depauperamento dell’acqua. Tale sovra-canone viene applicato per tutti gli impianti le cui opere di presa sono situate, in tutto o in parte, all’interno del perimetro di un Consorzio BIM.

Come state gestendo i fondi del BIM?
Il nostro bacino gestisce un budget di circa 780.000 euro che viene investito nei settori primari di questo territorio: la scuola, la cultura, la sanità e il sociale. Senza però dimenticare l’ambiente e il rilancio dell’agricoltura, l’agroalimentare e il turismo stesso, comparti oggi strategici per il Piceno. Lo scopo è creare il più possibile sinergie territoriali, perché da soli non si va più da nessuna parte. Abbiamo iniziato a costituire reti partendo proprio dalle eccellenze locali, è il caso del Distretto del Travertino Piceno, da cui abbiamo creato due Marchi registrati e di proprietà del BIM Tronto: “Travertino Piceno” “Lavoratori Piceni”. Questo ha permesso alle aziende che lavorano il travertino, in soli sette mesi dalla costituzione del distretto, di avere tutte le certificazioni necessarie per i lavori, e, soprattutto, ordini e commesse per oltre un anno e mezzo da tutto il mondo. Il progetto è un successo e anche il Sole 24 Ore ci ha dedicato un servizio giornalistico. A oggi siamo diventati, inoltre, uno dei più grandi consorzi in Italia per area boschiva e abbiamo iniziato la lavorazione del Cippato, a breve del Pellet e del legno l’edilizia. Questo darà al nostro territorio la possibilità di creare 180 posti di lavoro a breve a medio e a lungo termine. Per quanto riguarda l’agroalimentare abbiamo iniziato a investire anche sulla nostra qualità di patata montana, ottenendo il marchio Q.M. (Qualità Marche), con questi marchi sui prodotti alimentari (carni, frutta, etc.) daremo un valore aggiunto ai nostri produttori. Nel turismo oltre 500 operatori turistici hanno aderito al D.M.O. Terre del Piceno e la sinergia nata darà una visibilità enorme a tutto il territorio, dalla montagna al mare, a livello internazionale. Sempre di più infatti le persone vogliono un turismo consapevole e in quest’ottica stiamo creando una rete museale che metterà in sinergia tutti i musei del territorio. Stiamo portando avanti un progetto sulle strade del vino e dei sapori per far sì che i visitatori godano di una offerta sempre maggiore e innovativa. Questi sono gli obiettivi su cui vorremmo lavorare, senza trascurare l’energia attraverso progetti per il risparmio energetico, attraverso i led a induzione. Una novità che porterà notevole risparmio. Con questi progetti cercheremo di dare vita e speranza a tutto il nostro territorio. Non ultimo il sostegno alla scuola, su cui puntiamo e investiamo affinché i giovani possano sviluppare le conoscenze necessarie, mettendo a disposizione le nostre eccellenze, e trovare un lavoro alla fine del loro percorso di studi.

Quale è un sogno nel cassetto che vorrebbe realizzare?
Il primo sogno sarebbe quello di dare una svolta al Piceno. L’obiettivo primario è vedere un territorio unito in cui si ragioni a prescindere dall’ideologia politica, ma si guardi invece all’interesse delle persone che ci vivono. L’altro sogno è quello di completare il collegamento ciclabile Ascoli Piceno – Porto D’Ascoli, che a oggi è stato realizzato quasi a metà, stiamo ultimando la progettazione e speriamo a breve di poterlo inaugurare.

Quale disponibilità ha trovato nella politica locale?
I sindaci e gli amministratori sono consci che difficilmente ci sono risorse a cui poter attingere. Il nostro è, appunto, uno dei pochi enti che in questi anni di grave spending review è diventato il punto di riferimento per il territorio. In questi cinque anni non ho avuto nessun problema all’interno dell’assemblea, perché è chiaro a tutti quanto lavoro è stato fatto per trasformare il Bim Tronto da ente quasi sconosciuto a pilastro dell’intera comunità. All’ultimo convegno ad Ascoli, organizzato dalla Camera di Commercio, il Prof. Gregori metteva in risalto alcuni progetti, tra cui Terre del Piceno e il Distretto del Travertino, tutti progetti realizzati dal nostro BIM. Noi per quanto possibile cerchiamo di essere da supporto a tutti gli enti e al territorio.

Dal 2013 è presidente dell’Assemblea del BIM nazionale, come sta portando avanti questo impegno?
In questi anni ho conosciuto mondi diversi e grazie a questa esperienza cerchiamo di anticipare anche i tempi. A livello nazionale il nostro impegno è nell’interesse dei piccoli comuni delle aree montane e ad oggi sono stati ottenuti grandi risultati. Nell’ultima legge di stabilità sono stati approvati due emendamenti che danno ancora più risorse al nostro territorio.

 

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