X

Don Vincenzo Catani: proficuo il convegno su “San Sebastiano, la peste, il patronato e il voto paesano”

Di Paola Di Girolami

MONTEMONACO – Di grande efficacia ed interesse la conferenza tenuta da don Vincenzo Catani martedì 19 gennaio a Montemonaco dal titolo “San Sebastiano, la peste, il patronato e il voto paesano”.
L’iniziativa, organizzata dai Musei Sistini che a Montemonaco ha una delle sue dieci sedi, è stata pensata come momento di preparazione della secolare processione di San Sebastiano che si svolge il 20 gennaio di ogni anno da Montemonaco alla chiesa di Santa Maria di Casalicchio nella frazione di Tofe. Il luogo della conferenza è stato quello della piccola e raccolta chiesa di San Giovanni Battista del XIV° sec., a unica navata con un abside in stile gotico coperto da uno splendido altare cinquecentesco in bella vista; era l’antica sede dell’ordine degli eremitani di Sant’Agostino fin dal 1373. L’ambiente raccolto della chiesetta ha favorito l’ascolto e la curiosità che sin da subito don Vincenzo ha saputo creare con la trentina di persone intervenute nonostante il freddo e la neve. Ha inserito la figura di San Sebastiano all’interno del suo periodo storico ossia durante la persecuzione di Diocleziano, la più tremenda di tutte e martirizzato dai suoi stessi soldati sul colle Palatino e invocato come protettore contro la peste che colpisce all’improvviso e mortalmente  così come le frecce entrarono nel corpo del Santo, le frecce con cui fu martirizzato. Anche la comunità montemonachese tra la fine del Quattro e l’inizio del Cinquecento fece un voto a San Sebastiano per la liberazione della peste e per lo scioglimento di tale voto fu fatta dalla comunità civile e religiosa insieme, una processione da Montemonaco alla chiesa di Santa Maria di Casalicchio. Con ogni probabilità la chiesa fu scelta non tanto perché già vi fosse una devozione a San Sebastiano anzi, il Santuario era noto come santuario dedicato alla Vergine fin dall’alto medioevo: sull’altare di questa chiesa avvenivano i giuramenti civili, notarili e religiosi. Lo stesso san Giacomo della Marca mandò dieci persone di San Benedetto e dieci persone di Monteprandone in pellegrinaggio a piedi al Santuario di Santa Maria in Casalicchio perché avevano stilato i confini tra i due paesi. Al culto della Vergine è stato sovrapposto poi quello di San Sebastiano proprio con il voto della comunità alla fine del 1400.

Il mattino seguente alla conferenza di don Vincenzo, il 20 gennaio appunto, in una bellissima giornata di sole che ha fatto risplendere di luce bianchissima la neve sulle montagne e sulle sue pendici, la comunità civile e religiosa, ancora una volta si sono dirette in preghiera verso il Santuario dedicato alla Madonna la cui facciata è stata posta dirimpetto alla Sibilla, per dare alla popolazione cristiana, non più il riferimento della maga, ma per porre un altro modello di donna: quello della Vergine Maria.

Redazione: