Giubileo41DIOCESI – Pubblichiamo le parole pronunciate dal Vescovo Carlo Bresciani in occasione della celebrazione del giubileo dei Consigli pastorali e dei Consigli per gli Affari economici, tenutosi presso la Cattedrale Madonna della Marina lunedì 11 gennaio.
Vedi anche l’articolo FOTO Celebrato il giubileo dei Consigli per la vita della Comunità

Vescovo Carlo Bresciani: “Stiamo vivendo un momento molto significativo di Chiesa, della nostra Chiesa diocesana: il Giubileo dei Consigli Pastorali parrocchiali e dei Consigli degli Affari Economici Parrocchiali.

Momento importante in primo luogo per il Giubileo della Misericordia che celebriamo insieme: è il dono che papa Francesco ha fatto anche alla nostra Chiesa diocesana e il fatto che lo celebrino insieme tutti i Consigli Parrocchiali segna un passo molto importante del cammino della nostra Chiesa nella maturazione di un più profondo senso di corresponsabilità ecclesiale sia nella pastorale sia negli aspetti economici che essa implica per la necessaria gestione di ciò che richiede la vita di una parrocchia.

Quanto Gesù ci ha detto nel Vangelo che abbiamo appena proclamato: “il tempo è compiuto e il Regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al Vangelo” (Mc 1,15), può essere applicato anche a questo nostro incontro. “Chiesa è il nome del convenire e del camminare insieme”.[1] Abbiamo sempre tutti bisogno di convertirci nella convinzione che il nostro modo di essere Chiesa non è ancora giunto alla sua perfezione. Abbiamo bisogno di convertirci sempre più a un modo più convinto di camminare insieme, condividendo, secondo i ruoli propri di ciascuno, la responsabilità di essere Chiesa diocesana, unico corpo di Cristo che cammina unito verso il suo Signore.

Una conversione alla corresponsabilità con i laici che, dobbiamo riconoscerlo, riguarda noi presbiteri, innanzitutto: anche per noi il tempo è compiuto per questa conversione. Come ogni vera conversione, richiede cambiamenti di mentalità non sempre facili, lasciandoci sempre condurre, anziché dalla preferenze personali, dall’autorevole voce della Chiesa e del suo Magistero. La costituzione dei Consigli Parrocchiali è un passo decisivo verso una necessaria conversione alla corresponsabilità.

La responsabilità del Vangelo, a cui Gesù ci ha invitato, non è solo del clero, ma di tutti i credenti ai quali pure è chiesta la conversione e un cambio di mentalità. Il sacerdote, in ragione dell’ordinazione sacramentale, ha certamente un ruolo di guida, che deve essergli riconosciuto da tutti, ma non può non essere affiancato dalla comunità che gli è affidata, condividendo con lui la preoccupazione di far giungere il Vangelo a tutti coloro che vivono sul territorio della parrocchia. Tutti dobbiamo mettere al centro la gioia di appartenere a Cristo e alla Chiesa, l’unica appartenenza che è veramente chiesta al cristiano.

Ma questa responsabilità del Vangelo non è neppure solo del  laico. Egli è chiamato ad assumerla, da credente e amante della Chiesa, con le sue competenze specifiche che arricchiscono la Chiesa stessa permettendole di agire con maggior correttezza e trasparenza nei confronti delle istituzioni pubbliche e civili, di conoscere e di coordinare meglio le esigenze e gli interventi pastorali in parrocchia, in profonda e convinta sintonia con il cammino della Chiesa diocesana.

Se l’annuncio del Vangelo è la prima e più importante opera di misericordia che Gesù ha operato nei confronti del mondo, è corretto vedere l’opera dei Consigli Parrocchiali a servizio dell’annuncio del Vangelo nel territorio parrocchiale come partecipazione alla Misericordia di Gesù. Voi membri di questi Consigli siete chiamati a vivere e a comunicare questa misericordia di Dio, aiutando e consigliando perché possa essere declinata secondo tutte le 14 opere di misericordia: le sette corporali e le sette spirituali, il tutto condividendo con la comunità parrocchiale anche i bilanci, così che essa sia sempre più consapevole delle necessità concrete e della destinazione delle risorse che la comunità stessa rende disponibili.

Non esiste decisione saggia e prudente, se non si nutre del dono del ‘consiglio’. Questo processo implica due cose: la capacità di ben consigliare in coloro che sono chiamati a dare consiglio e la docilità in coloro che devono rendersi disponibili a quanto viene consigliato.

Il camminare insieme nella Chiesa, nell’ottica di una sinodalità, come è stato ribadito al Convegno di Firenze, richiede la necessità del far tesoro dei Consigli di partecipazione e di corresponsabilità, da cui, con il card. Martini, traggo due conseguenze: “ prima, che effettivamente il dono del consigliare nella Chiesa deve essere anzitutto attento ai poveri, alle opere di misericordia. Seconda, che il consigliare stesso è opera di misericordia, di compassione, di bontà, di benignità; non è opera di fredda intelligenza, di intuizione molto elaborata, ma fa parte della comprensione del cuore”.[2]

Siamo qui riuniti per celebrare il nostro Giubileo: riconosciamo e invochiamo la misericordia di Dio per noi e per tutte le nostre realtà ecclesiali, per le loro povertà e per le loro lentezze; ci impegniamo a dare la nostra opera perché queste povertà e lentezze possano essere, se non pienamente superate come desidereremmo, almeno diminuite; vogliamo lasciare questo nostro incontro con la misericordia di Dio per noi con la decisione ferma di operare perché attraverso di noi la misericordia di Dio possa giungere ad ogni uomo o donna delle nostre parrocchie e della nostra diocesi. Siamo consapevoli della nostra povertà e dei pochi mezzi che abbiamo, ma confidiamo nell’aiuto di Dio.

Non ci spaventano le asperità del cammino che sono certamente da prevedere, così come sono da prevedere alcune resistenze nei confronti della conversione pastorale che ci viene richiesta e che sono dentro ciascuno di noi: ma intendiamo rispondere con prontezza alla chiamata del Signore, come hanno fatto i primi apostoli, Simone e Andrea, e subito dopo anche Giacomo e Giovanni, che, udito l’invito del Signore, ‘subito‘ si mettono alla sua sequela, come ci ha raccontato il brano del Vangelo che abbiamo poc’anzi proclamato (cfr. Mc 1, 16-20). Partecipando a questi Consigli anche voi tutti rispondete a una chiamata del Signore Gesù a partecipare con lui all’opera dell’annuncio del Vangelo, ad essere misericordiosi come il Padre.

Solo se sapremo operare con spirito di fede in vera comunione tra di noi, e tra le parrocchie e la diocesi, lasciando da parte ogni rivalità o spirito di contesa, con reciproca comprensione misericordiosa, cioè se cercheremo di essere davvero un unico corpo di Cristo le cui membra non agiscono in modo autonomo e scoordinate dal resto del corpo, potremo essere testimoni che la misericordia di Dio ha già operato in noi le meraviglie della conversione e saremo più convincenti nel nostro generoso operare a servizio della Chiesa, corpo di Cristo.

Ci affidiamo all’intercessione di Maria, che in questa Cattedrale invochiamo come Madonna della Marina: Lei, madre della misericordia, che è corsa da Elisabetta per portare il suo aiuto, ci insegni le strade per andare incontro alle tante persone bisognose non solo di aiuto materiale, ma anche, e soprattutto, di quello spirituale.

Profondamente grato a ciascuno di voi per l’impegno che avete assunto, invoco su tutti, e su ciascuno in modo particolare, abbonanti benedizioni di nostro Signore”.

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