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In arrivo, a Montelparo, la “rievocazione” della festa del baccalà

Di Giuseppe Mariucci

MONTELPARO – Si racconta che la “sagra del baccalà” sia nata in epoca ormai lontanissima!

La prossima, che si terrà nei giorni di venerdì 15, sabato 16 e domenica 17 Gennaio 2016, avrà oltre trecento anni di storia. In effetti, più che una sagra, quella del “Baccalà”, è una vera e propria rievocazione storica! Essa coincide da sempre con la Festa di Sant’Antonio Abate, ma le motivazioni che la videro nascere furono assolutamente diverse da quelle che portano a una festa o a una sagra come s’intende oggi.

Si tramanda, infatti, che, per ringraziare la popolazione Montelparese che aveva collaborato alla ricostruzione del Convento Agostiniano distrutto dal violento terremoto datato 1703 (convento originariamente ubicato nella parte più alta del paese proprio accanto alla Chiesa di San Michele Arcangelo che però non subì danni), i Frati avessero organizzato un pranzo a base di baccalà pasto che, probabilmente, aveva allora un costo abbordabile (si dice che, all’epoca, il baccalà fosse chiamato “pasto dei poveri”)! Fu anche previsto che, a ognuno, andasse una porzione di baccalà del peso di UN COPPO (da qui U COPPU di oggi!): così era chiamata l’unità di misura di quel tempo che equivale a circa 350 grammi odierni. Insieme al baccalà venne distribuito anche pane e vino: esattamente come oggi!

Negli anni immediatamente successivi, all’interno dei festeggiamenti del santo patrono degli animali Sant’Antonio Abate, i Frati di Sant’Agostino istituirono una vera e propria degustazione del baccalà. Essa consisteva nell’ammettere i montelparesi alla mensa dei Frati per “sdiunarsi” dopo essersi comunicati ed aver versato al Convento delle offerte.  Da allora l’usanza, con il rituale rinnovato ogni anno e fortemente sentito, è rimasta. Ha resistito negli anni e, anzi, nei secoli! Fu ripetuta, anno dopo anno, dai frati Agostiniani fino a quando ci fu la loro presenza all’interno del convento. Poi dal 1861, quando la struttura entrò a far parte delle proprietà comunali con l’obbligo di tenere la Chiesa aperta al culto, venne formato un apposito Comitato (rigorosamente composto da uomini e, possibilmente, con la partecipazione, tra i componenti, tramandata da padre in figlio) che si prese cura della gestione della festa del baccalà. I Frati trasmisero ai componenti del primo comitato tutti gli antichi segreti circa la preparazione di quel baccalà che ne fa, ancora oggi, uno dei più ricercati.

Fino agli anni dell’immediato dopoguerra (1950-1960) la festa rimase circoscritta ai soli montelparesi. Negli anni successivi, con ritmo impressionante, iniziò la grande partecipazione che ne fa, ora, una delle Feste più frequentate della zona! In un paese che, oramai, non arriva nemmeno agli ottocento abitanti, nei tre giorni previsti per la festa arrivano qui oltre ottomila persone!

E’ stato quindi necessario mettere su una vera e propria organizzazione, estremamente preparata e competente, che affrontasse l’ “URTO” di questo enorme afflusso di gente.

Non si può però affrontare il discorso sull’era moderna della SAGRA del BACCALA’ senza parlare di chi si prese carico della modernizzazione: SANTE PACIONI (Sandi’), “IL PRESIDENTE” della Festa di Sant’Antonio per antonomasia! Egli, che di mestiere faceva il Vigile Urbano di Montelparo (ma che aveva la grande passione per la cucina), seppe rinnovare e quindi sopportare il peso di una iniziativa che dalle poche centinaia di persone degli anni ‘60 porta a Montelparo quelle migliaia di oggi! Lasciò solo quando, ultra-ottantenne, lo raggiunse la morte! Da allora la sua eredità è diventata complessa e pesantissima.

Da questa edizione il Comitato si è dato una struttura più moderna e più adatta alla bisogna.

Questa struttura vede ora al suo vertice il dr. MATTEO LUPI (Enologo già affermato) che del Comitato precedente faceva già parte.

Per comprendere, infine, quanto questa “rievocazione” sia radicata nella cultura montelparese,  c’è da aggiungere che l’Associazione CulturaleCompagnia Teatrale IL MURELLO, con i suoi attori integrati da un nutritissimo gruppo di veri “festaroli” (che per una volta si sono interpretati anche sulle scene), hanno portato recentemente in palcoscenico un corto teatrale con il quale hanno raccontato al pubblico la storia di questo evento! Liberamente tratto da un racconto di Filippo Cruciani (“E panette de Sand’Andonio Abbate), Paolo Mariucci ha scritto e messo in scena, con la sua regia, lo spettacolo “U MIRACULU DE SAND’ANDONIO ABBATE”! E, anche nella finzione scenica, è stato vero successo!

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