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Sos Villaggi dei bambini: assaltato il centro di Bossangoa, ribelli musulmani creano Stato di Logone

È stato assaltato nella Repubblica Centrafricana, a Bossangoa, uno dei villaggi Sos in una zona del Paese in cui i ribelli musulmani hanno dato vita alla Repubblica indipendente di Logone. Ne dà notizia la onlus Sos Villaggi dei Bambini. Uno scenario che tutti gli analisti e le principali autorità politiche e religiose scongiuravano: la separazione della Repubblica Centrafricana in due realtà territoriali, una a maggioranza islamica e l’altra cristiana e animista. Noureddine, leader dei ribelli, ha dichiarato lo Stato autonomo, nella sua roccaforte a nord est del Paese, dopo aver respinto le elezioni presidenziali, volte a porre fine ad anni di conflitto. Le Nazioni Unite condannano le violenze e l’azione separatista di Noureddine. “Domenica 13 dicembre, alle nove di sera, 100 individui armati di fucili e machete hanno preso d’assalto la sede del nostro Villaggio Sos – racconta Fernand Kaine, coordinatore del programma di emergenza del Villaggio Sos di Bossangoa -. Nessuno è stato ferito, ma gli uffici sono stati danneggiati e completamente saccheggiati. Due nostre guardie di sicurezza sono state minacciate con le pistole. Un contingente delle Nazioni Unite è intervenuto mettendo in fuga gli aggressori. I bambini e i ragazzi stanno bene”. In questi giorni Kaine sta lavorando con le autorità locali per elaborare un piano di sicurezza per i bambini e i collaboratori e per coordinare le attività di Sos Villaggi dei Bambini nella Repubblica Centrafricana. “Il nostro Paese sta vivendo, dal 2013, una delle più grandi crisi umanitarie del continente – ricorda Kaine -. Abbiamo un programma di emergenza da portare avanti che ha come beneficiari 15.000 persone (bambini, ragazzi, donne e famiglie vulnerabili). I bisogni umanitari a cui dobbiamo rispondere sono la protezione dei bambini e delle famiglie vulnerabili, la riunificazione dei bambini soli e non accompagnati con le famiglie d’origine, il garantire l’accesso all’assistenza sanitaria di base alle comunità delle aree remote, la nutrizione dei bambini, delle donne in gravidanza e delle persone infette da hiv/aids, l’accesso a un’istruzione di qualità e attività pedagogiche per i bambini sotto i 17 anni, la distribuzione pacchi alimentari alle famiglie in difficoltà e la ricostruzione delle case distrutte. Noi non ci fermeremo”.

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