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A tu per tu con Enrica Assenti: “Il progetto “Famiglia al Centro” nasce a seguito dell’esperienza quotidiana a contatto con le famiglie del nostro territorio”

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Il Centro Famiglia è un’associazione di volontariato senza scopo di lucro con sede a San Benedetto del Tronto in via Pizzi 25 presso i locali del palazzo diocesano. È nata nel 1978 dalla volontà dei suoi soci fondatori di creare una realtà del Terzo Settore che svolgesse attività a favore del sostegno sociale alla famiglia ed ai tempi legati alla sua promozione e salvaguardia, nel rispetto dei valori cristiani. Fin dalla sua costituzione essa ha lavorato per creare e gestire un consultorio familiare all’interno del quale alcuni esperti (medico, psicologo) si mettessero a disposizione gratuitamente di quanti non avevano mezzi per rivolgersi alle strutture pubbliche o private e cercavano non solo consulenza, ma anche sostegno disinteressato e ispirato dalla volontà di aiutare il prossimo. All’interno del consultorio sono poi nate numerose altre attività come corsi di formazione, attività di incontro e di confronto finalizzate ad animare e sensibilizzare il territorio sul tema della promozione e del sostegno alla famiglia. Oggi l’associazione opera quotidianamente offrendo servizi di consulenza familiare, sociale, pedagogica, psicologica, legale e morale, attraverso l’attività dei suoi  circa 50 soci e di un’equipe di consulenti specializzati nei diversi campi. I suoi servizi sono offerti in modo totalmente gratuito all’utenza.
A partire dal mese di marzo 2015 l’associazione è impegnata nel progetto “Famiglia al centro”, realizzato con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno nell’ambito del Piano Pluriennale 2014/2016, che  mira a rispondere in maniera concreta ai diversi bisogni delle famiglie del territorio di San Benedetto del Tronto e di alcuni comuni limitrofi attraverso la realizzazione di differenti attività tra loro sinergiche.

Approfondiamo, dunque, gli aspetti dell’iniziativa con la coordinatrice del progetto Enrica Assenti.

Come e perché nasce il progetto Famiglia al Centro?
Il progetto “Famiglia al Centro” nasce a seguito  dell’esperienza quotidiana del Centro Famiglia a contatto con le famiglie del nostro territorio, ed alla percezione della drammaticità della crisi che oggi le investe. Il contesto sociale ha subito negli ultimi anni un profondo cambiamento economico e sociale, stili di vita e comportamentali tesi al raggiungimento di profitti economici facili ed all’individualismo, hanno trascinato l’istituto della famiglia verso nuovi confini spesso lontani dalle logiche sociali di cellula fondamentale della nostra società. Negli ultimi anni alla nostra associazione si sono rivolte  sempre in maggior numero persone alla ricerca di  ascolto e sostegno  per affrontare la sofferenza di una situazione familiare dove coesistono problemi relazionali tra coniugi e nel  rapporto con i figli e problematiche legate alle difficoltà economiche. Per rispondere a questo bisogno del territorio e nel rispetto della sua mission, il Centro Famiglia ha voluto realizzare questo progetto proprio per contrastare le situazioni di crisi, rafforzare l’identità della famiglia ed il suo ruolo educativo, consapevoli del fatto che essa è l’istituzione fondamentale sulla quale si fonda la nostra società.

Con quale spirito il Centro Famiglia ha attivato questa rete di servizi?
Se da un lato, come abbiamo detto, soprattutto nel corso degli ultimi tre anni la situazione nel comune di San Benedetto del Tronto e nei comuni limitrofi ha subito un acuirsi delle problematiche familiari legate alle difficoltà economiche e relazionali, dall’altro lato le Istituzioni hanno subito una riduzione per quanto riguarda la disponibilità di risorse economiche da destinare alle problematiche sociali.
Il Centro Famiglia, attraverso la realizzazione del progetto, vuole porsi a sostegno di quelle famiglie che si trovano disorientate e spaventate di fronte ad una situazione di difficoltà ed  innanzitutto accoglierle ed ascoltarle per poi dare loro sostegno; con l’intento non solo di intervenire per risolvere  uno specifico problema, ma di prendere in carico una famiglia ed inserirla in un percorso articolato che prevede servizi di consulenza, informazione, sostegno alla genitorialità, sostegno economico che possa portare alla positiva risoluzione delle situazioni problematiche e ad una riattivazione delle risorse e capacità personali.

Il progetto prevede l’attivazione dello sportello di aiuto presso la sede Centro Famiglia, lo sportello di mediazione familiare presso il Tribunale di Ascoli Piceno, con una sede distaccata nel Comune di Monteprandone, e lo sportello di sostegno psicologico nelle parrocchie. Ad arricchire il progetto incontri pubblici sulle più varie tematiche d’attualità legate alla famiglia, corsi di formazione per i volontari e il sostegno economico riservato ai nuclei in difficoltà. Molta attenzione è stata riservata alla scuola con la realizzazione di due progetti che hanno permesso di avvicinare i più giovani ai sentimenti e ai valori.

Quanto è importante essere sul territorio con operatori fuori sede?
Con riferimento alla diffusione del progetto sul territorio, vorrei rilevare che l’associazione ha fatto la scelta di mettere a disposizione diversi operatori qualificati presso alcuni sportelli di ascolto  creati ad hoc sul territorio, al fine di dare l’opportunità a quanti non avessero mezzi di usufruire di servizi di consulenza psicologica. Attualmente sono attivati  gli sportelli presso le tre parrocchie partner e gli sportelli di mediazione familiare. Per quanto riguarda le parrocchie da sempre sappiamo che la parrocchia è un punto di riferimento molto forte per la nostra comunità e rivolgersi direttamente in parrocchia è una modalità più semplice per chi è alla ricerca di sostegno ed aiuto rispetto al doversi recare presso la nostra sede o presso lo studio di un professionista privato; per questo abbiamo ritenuto che la presenza dei nostri operatori nelle parrocchie permettesse alla nostra associazione di raggiungere un territorio più vasto e di facilitare quanti in stato di necessità di poter avere aiuto. Tali motivazioni sono valide anche per la dislocazione del servizio di mediazione familiare attivo oltre che nella nostra sede, anche ad Ascoli Piceno e a Monteprandone, per facilitare gli utenti nel poter accedere ad un servizio non spostandosi troppo dalla propria città.

Che importanza ha la collaborazione con parrocchie, scuole e istituzioni?
Fin dall’inizio la nostra associazione è stata consapevole del fatto che per raggiungere le proprie finalità era di fondamentale importanza coinvolgere in partenariato altri soggetti pubblici e privati;  soltanto interventi realizzati in rete tra diversi soggetti del territorio, rendono possibile moltiplicare le risorse disponibili, garantire il loro efficace impiego e l’efficacia degli interventi proposti. Pertanto sono stati coinvolti 16 partner tra i quali: Enti Pubblici, Scuole, Diocesi, Parrocchie, Associazioni del Terzo Settore del territorio dei comuni di San Benedetto del Tronto, Ascoli Piceno, Monteprandone e Grottammare. La collaborazione con soggetti terzi ha lo scopo di creare una solida rete di relazioni, di interscambi, di collaborazione, di condivisione di metodi e obiettivi comuni tra le diverse realtà territoriali al fine di poter realizzare l’obiettivo comune, cioè supportare la famiglia. L’idea è quella di unire le forze, sia pure nel rispetto delle proprie specificità, per essere più incisivi senza dispersione di energie o duplicazione di interventi.

La famiglia è al centro di ogni attività e proprio alla famiglia si rivolge ogni iniziativa del progetto. Quanto è importante dialogare con la collettività, affinché sia attenta e cosciente degli sviluppi della quotidianità?
Il progetto prevede una serie di incontri pubblici con esperti su temi di grande interesse ed attualità, al fine di sensibilizzare la collettività, e in primis le famiglie, a prendere coscienza dei mutamenti di costume che avvengono all’interno della società. In un mondo in rapida evoluzione, per non dire esponenziale, non è difficile perdere l’orientamento, pertanto agli esperti il compito di chiarire il quadro di riferimento entro cui la società si muove e gli orizzonti che si profilano. Gli incontri sono strutturati in modo da dare ampio spazio al dibattito e allo scambio di opinioni, nel rispetto delle idee e dei punti di vista personali.

Possiamo considerare il progetto a metà del suo percorso. Che bilancio si può trarre?
Dal progetto, che attualmente si trova quasi a metà del percorso, si può trarre un bilancio sommario e parziale, tuttavia positivo quanto al riscontro e alla tipologia di interventi attuata. In due delle tre parrocchie si sono rivolti agli sportelli di ascolto molti giovani con problematicità più o meno gravi, ma anche genitori in cerca di suggerimenti e consigli su come relazionarsi al meglio con figli adolescenti. Inoltre è in forte incremento il servizio di consulenza legale e in crescente richiesta la consulenza per la mediazione familiare.

Dopo questa esperienza, è possibile capire (o intuire) i bisogni della società?
Grazie a questo tipo di intervento progettuale stiamo cercando di intuire i bisogni  più profondi della famiglia e le modalità più coerenti per supportarla. Ciò che risulta chiaramente è la necessità di avere  innanzitutto informazioni circa le possibilità che il nostro territorio offre per avere sostegno ed aiuto ed inoltre essere coinvolte in una relazione di aiuto che non intenda soltanto soddisfare un bisogno del momento, ma che sia in grado di riattivare le risorse che ognuno ha ma alle quali non riesce ad attingere quando si trova a vivere dal di dentro un momento di crisi o un problema.

Quanto è importante avere un punto di riferimento in questa società liquida? Quale prospettiva per il secondo anno del progetto “Famiglia al centro”?
È auspicabile, e per certi versi già lo siamo, che il nostro Centro Famiglia diventi sempre più un punto di riferimento per la famiglia; un luogo sicuro al quale rivolgersi per un sostegno e un supporto concreto. La sede della nostra associazione è aperta tutti i giorni dal lunedì al venerdì di pomeriggio, i nostri operatori sono pronti a rispondere al numero 0735/595093 a quanti vogliono avere informazioni circa gli orari ed il funzionamento dei nostri servizi.  Quello che ci auspichiamo per il prossimo anno è che possiamo riuscire a raggiungere quanti sono in situazione di difficoltà riuscendo a far emergere il bisogno sommerso, cioè di coloro che pur vivendo un problema non riescono  a chiedere aiuto per paura o per vergogna. Speriamo che dando ancora maggiore visibilità ai servizi da noi offerti attraverso i giornali, il nostro sito internet ecc. si riesca a coinvolgere anche queste persone.

I partner del progetto “Famiglia al centro” la Diocesi di San Benedetto-Ripatransone–Montalto, la Provincia di Ascoli Piceno, i Comuni di San Benedetto e Monteprandone, l’Ambito Territoriale Sociale 21, il Tribunale di Ascoli Piceno, il Banco Alimentare, l’Unitalsi, il Forum delle Associazioni Familiari, il Centro Accoglienza Vita Insieme per la vita, la Fondazione Antiusura Monsignor Traini, l’Isc Sud di San Benedetto del Tronto e l’Isc di Monteprandone, le parrocchie Sacra Famiglia di San Benedetto del Tronto, Gran Madre di Dio di Grottammare e Sacro Cuore di Monteprandone.

Per informazioni sugli orari degli sportelli e le varie attività del progetto è possibile contattare la segreteria del Centro Famiglia, aperta dal lunedì al venerdì dalle 16.30 alle 18.30, al numero 0735 595093 o all’indirizzo mail centro-famiglia@virgilio.it oppure consultare il sito www.centrofamigliasbt.it.

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