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Sharazade Houshmand: “Nel Giubileo è possibile coinvolgere i musulmani nel nome di Dio”

Di Maria Chiara Biagioni

“Certo che è possibile coinvolgere i musulmani nel Giubileo, proprio sulla base del fatto che il nome per eccellenza del Dio del Corano è Misericordia. Assolutamente devono essere coinvolti. Il Dio del Corano è il Dio Rahman che è pienezza di Amore e Misericordia”. Sharazade Houshmand è iraniana, docente di studi coranici alla pontificia università Gregoriana e da teologa musulmana accoglie senza esitazione la proposta lanciata ieri dal cardinale segretario di Stato vaticano Pietro Parolin di coinvolgere anche i musulmani nella celebrazione del Giubileo della Misericordia. “Nel mondo lacerato dalla violenza, è il momento giusto per lanciare l’offensiva della Misericordia”, ha detto il cardinale Parolin in un’intervista al quotidiano La Croix. “Il Papa vuole che il Giubileo serva alle persone per incontrarsi, comprendersi e superare l’odio. Dopo gli attentati, questa finalità esce rafforzata. Riceviamo la misericordia di Dio per adottare questo atteggiamento verso gli altri. La misericordia è anche il più bel nome di Dio per i musulmani, che possono essere coinvolti in questo Anno santo, come l’ha voluto il Papa”.

Houshmand non ha dubbi sulla possibilità di partecipazione dei musulmani al Giubileo. E da “teologa” spiega: “Ogni capitolo del Corano che è il testo sacro per i musulmani e più precisamente 113 su 114 capitoli, apre con questa formula trina: Allah, Rahman, Rahim. Ci sono diverse traduzioni in italiano ma l’ultima che io condivido, mette al posto di Rahman la parola Amore. Quindi il Corano insiste in modo costante sulla presentazione di Dio come ‘pienezza di Amore e di Misericordia’. Gli esegeti del Corano commentano questo “Rahman” dicendo che è un Amore e una Misericordia senza confini e senza condizioni. Nel senso che è un dono verso ogni creatura, umana, animale e vegetale. L’amore di Dio abbraccia tutti senza confini e condizioni”.

Ma che cosa è il Giubileo per un musulmano?

Anche nell’Islam ci sono dei momenti in cui si dice che le porte del Cielo si aprono maggiormente.

E ciò avviene – spiega la teologa –  per esempio negli ultimi giorni e nelle ultime notti di Ramadan. Dopo il digiuno, dopo la preghiera, dopo le notti passate nella richiesta di perdono a Dio, si dice che le porte del Cielo sono ancora più aperte e chiunque può essere perdonato. In questa ottica religiosa, si può benissimo accogliere la proposta dei nostri fratelli cristiani”.

Sono parole che scendono in un contesto difficilissimo per il mondo islamico dopo che gli attentati di Parigi portano la firma del grido “Allah akbar”. Giubileo e piazza San Pietro sono in queste ore al centro di tutte le riunioni indette dopo Parigi al Viminale. C’è il timore di nuovi attacchi terroristici e l’Islam è tornato a far paura. La teologa Houshmand ricorda che ci sono però anche altre notizie che “purtroppo non hanno la stessa visibilità, come quando le chiese cristiane sono state attaccate e i musulmani hanno creato una rete di protezione per i loro fratelli cristiani”.

“Oggi il nostro pianeta terra che è la nostra casa comune deve vedere i credenti insieme coinvolti nella Misericordia reciproca. La paura non va alimentata con la paura ma con la rivoluzione del perdono e della misericordia. Ecco perché il Giubileo deve essere aperto a musulmani perché saranno gli stessi musulmani a proteggere i loro fratelli cristiani”.

E a proposito di “Allah akbar” la teologa precisa: “Non significa che Dio è grande. Significa che Dio è sempre più grande di ogni visione e ogni comprensione. Significa che nessuno può afferrare Dio ma siamo tutti in cammino ed uno accanto all’altro e solo con la misericordia reciproca possiamo avvicinarci di più a Dio”.

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