Riforma del sistema elettorale per l’elezione del Parlamento europeo come atto – non certamente l’unico – per avvicinare i cittadini alle istituzioni Ue. Dall’Assemblea comunitaria, riunita ieri a Bruxelles, giunge un segnale forte che ora passa per competenza al Consiglio degli Stati membri. L’Europarlamento ha infatti approvato nel corso della plenaria a Bruxelles (315 voti favorevoli, provenienti dai partiti “europeisti”, 234 contrari e 55 astensioni) una domanda formale di riforma del sistema elettorale Ue, in cui fra l’altro si chiede che i candidati alla guida della Commissione europea siano presenti alle elezioni, che tutti i cittadini dell’Unione che si trovano all’estero abbiano la possibilità di votare; si propone inoltre di abbassare l’età minima comune per votare, “preferibilmente 16 anni”, come avviene in Austria. Finora l’elezione degli eurodeputati è avvenuta con sistemi elettorali differenti da uno Stato all’altro: il Parlamento chiede alcuni elementi di comunanza, perché “le attuali differenze tra le legislazioni nazionali indeboliscono la nozione di cittadinanza europea e il principio di uguaglianza”. La correlatrice del provvedimento, la deputata polacca Danuta Hubner, ha affermato: “Speriamo di accrescere l’interesse dei cittadini a partecipare a questa importante fase del processo decisionale europeo”. Altre proposte riguardano la definizione e pubblicizzazione delle liste dei candidati e la visibilità dei partiti politici.

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