Il Cinema Margherita di Cupra Marittima da giovedì 1 a martedì 6 ottobre presenta:
Ritorno alla vita di Wim Wenders, con James Franco, Charlotte Gainsbourg, Rachel McAdams, Marie-Josée Croze, Robert Naylor. Il film è stato presentato fuori concorso alFestival di Berlino 2015 e segna il ritorno alla regia di un film del regista tedesco dopo sette anni
Inside Out di Pete Docter e Ronaldo Del Carmen. Inside Out è il nuovo film di Animazione Pixar

Ritorno alla vita: Il film racconta dodici anni nella vita di Tomas, uno scrittore americano in piena crisi creativa: la sua relazione con Sara, una ragazza dolce e convenzionale che poco capisce del suo mondo interiore; quella con l’editrice Ann e sua figlia Mina; il difficile rapporto con la scrittura, il successo critico e il riconoscimento intellettuale; il legame misterioso e indissolubile con la bellissima Kate, giovane madre di due bambini che vive negli spazi sconfinati del lago Ontario. (www.trovacinema.it)

“Chi si aspettava un Herzog di qualità e temeva invece per il nuovo lavoro di Wim Wenders, rimarrà sorpreso. Nonostante Wenders abbia dato prova di versatilità e ingegno (Pina 3D, Il sale della terra), era tanto che il regista di Il cielo sopra Berlino non aveva più il golden touch per i film di finzione. Sulla carta poi sembrava una follia: uno scrittore (ancora James Franco) che ha un incidente in macchina, di cui porterà le cicatrici per anni, pur rimanendo illeso, perdipiù in 3D. E difatti Every Thing Will Be Fine, fuori concorso a Berlino e distribuito in Italia dalla Teodora, è un film spiazzante. In cui l’uso del 3D ha il senso che immaginavano gli americani anni fa: primi piani che non cedono mai, pomeriggi e notti con una consistenza che non abbiamo mai visto, oggetti polverosi che acquistano peso e dimensione, campi di girasole di vividezza stordente. Basterebbe questo per farne un grande film, se non fosse che c’è molto di più della sceneggiatura originale di un giovane norvegese Bjørn Olaf Johannessen (che Wenders aveva a sua volta premiato a un’edizione passata del Sundance) e la bellissima, malinconica, struggente musica di Alexandre Desplat. Ci sono gli attori, tra cui proprio Franco, che se in Herzog non regge la parte, qua la indossa perfettamente fino alla fine.
Charlotte Gainsbourg, a cui non dobbiamo aggiungere nulla tanto è magnifica, ma anche Rachel McAdams, Marie-Josèe Croze e il giovane Patrick Bachau. E c’è la trama, che si potrebbe esaurire in poche righe e invece si dispiega in dodici anni, con Tomas che vive in una roulotte tra i ghiacci alla ricerca dell’ispirazione e ha una fidanzata (la McAdams), che sta per lasciare. E mentre torna a casa investe un bambino. Quello che succede subito dopo è talmente imprevedibile e potente da levare il fiato a noi e far precipitare nell’abisso lui. Ma è uno scrittore e questa tragica esperienza, pur rimanendogli appiccicata, lo fa diventare migliore. Un romanziere di successo. Wenders semina indizi per depistare lo spettatore, non manca la suspense, è la storia che si imbroglia e si fa thriller? No, è solo un melodramma.” (Marina Sanna – cinematografo.it)

Inside Out: Crescere può essere faticoso e così succede anche a Riley, che viene sradicata dalla sua vita nel Midwest per seguire il padre, trasferito per lavoro a San Francisco. Come tutti noi Riley è guidata dalle sue emozioni: Gioia, Paura, Rabbia, Disgusto e Tristezza. Le emozioni vivono nel centro di controllo che si trova all’interno della sua mente e da lì la guidano nella sua vita quotidiana. Mentre Riley e le sue emozioni cercano di adattarsi alla nuova vita a San Francisco, il centro di controllo è in subbuglio. Gioia, l’emozione principale di Riley, cerca di vedere il lato positivo delle cose ma le altre emozioni non sono d’accordo su come affrontare la vita in una nuova città, in una nuova casa e in una nuova scuola. (www.trovacinema.it)

“La Pixar torna ai suoi momenti migliori: alla regia, forse non a caso, c’è Pete Doctor, che aveva firmato due capolavori come “Up” e “Monsters & co”. La struttura è quella classica del viaggio, comune a tutte le fiabe di questa casa di produzione, e la morale quasi didascalica. All’interno di una bambina ci sono cinque emozioni (Rabbia, Gioia, Paura, Tristezza, Disgusto) che interagiscono; ma quando si deve cambiare casa e l’adolescenza è alle porte, l’equilibrio salta, Gioia scompare e bisogna andare a cercarla. Il procedimento è quello dell’allegoria, in cui le emozioni, i vizi e le virtù vengono personificati senza mediazioni. Alla base c’è il legame tra emozioni e memoria, l’idea che alla base del Sé e delle sue trasformazioni ci sia la capacità di rielaborare il proprio passato. Nel loro viaggio interiore, le emozioni trovano infatti un mondo composto soprattutto di elementi del passato, tinti a secondo delle sfumature emotive (ricordi personali, jingle pubblicitari), e tutti somigliano un po’ ai vecchi super8, idealtipo visivo del tempo passato. Le isole della propria identità sono fragili, raggruppate per temi (la famiglia, lo sport), in costante movimento, in una concezione problematica dell’identità personale. Ma è la sequela delle gag, delle singole trovate, a fare la forza del film: un fuoco di fila di intuizioni insieme narrative, visive, concettuali. Il “viaggio nel mondo del pensiero astratto”, secondo la vecchia lezione di Tex Avery e Chuck Jones, trasforma le immagini in un balletto d’avanguardia. Il regno dei sogni, che è semplicemente il cinema, mette in scena i materiali della vita ordinaria. E così via. Il prodigio di “Inside Out” è dunque l’accoppiata di consapevolezza comunicativa e profondità filosofica, che lo rende perfettamente fruibile (e, a tratti, per le stesse ragioni) da bambini e adulti. Come spesso nei film della Pixar, si ride e si piange tanto, grandi e piccoli, maschi e femmine. Ma l’efficacia del film (e, supponiamo, la sua durevolezza) viene anche dal radicamento nel proprio tempo. Se il percorso sembra essere tutto dall’interno all’esterno, per cui è dall’individuo che si passa alla realtà esterna, sullo sfondo si intravede un racconto dell’America desolato, di incertezza, sradicamento, voglia di tornare in una casa perduta per sempre.” (Emiliano Morreale – L’espresso)

Anche per la stagione 2015-2016 il Cinema Margherita propone la Tessera Acec Marche. La tessera costa € 5, permette di avere 5 ingressi ridotti, più uno in omaggio, ed è utilizzabile in tutte le Sale Acec Marche.

Ingressi: € 6,50 interi, € 5,00 ridotti
Ingresso universitari: € 4,00

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