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Prosegue il Rosario del venerdì a Paolantonio

Di Sara De Simplicio

SANT’EGIDIO ALLA VIBRATA – Continua a Paolantonio il tradizionale appuntamento estivo del Rosario del venerdì sera nel Giardino della Madonna adiacente al complesso parrocchiale di San Giuseppe.
Molti i fedeli della zona che partecipano e in numero sempre crescente, tanto che il venerdì sera diventa molto difficile trovare parcheggio in piazza e nelle vie limitrofe.
Un appuntamento, dunque, gradito a tutti e che è diventato un must per i fedeli di Paolantonio e non solo.
Un modo per stare insieme e condividere momenti di preghiera e di meditazione, unitamente ad uno spirito di cordialità e di allegria, dovuto anche alla “Cocomerata” finale che Don Marco, parroco di Paolantonio, ogni volta offre ai presenti.
Come ogni venerdì dall’inizio di quest’estate, dopo la recita di un rosario sempre accompagnato da chitarre e da canti dedicati a Maria, Don Marco invita tutti i fedeli presenti a rimanere seduti per ascoltare delle brevi catechesi di Papa Francesco dedicate alla famiglia.
Dopo la volta della figura del padre, considerata nella sua assenza o presenza all’interno della famiglia, poi della madre, importantissima colonna portante non solo del nido familiare ma dell’intera società, e poi dei figli, unico appellativo capace di includerci tutti, la sera del 24 luglio è stata la volta della riflessione sull’essere fratelli e sorelle, due parole che”il cristianesimo ama molto e che tutte le culture e tutte le epoche comprendono”, come ricorda Papa Francesco.
Infatti, “il legame fraterno ha un posto speciale nella storia del popolo di Dio e quando il rapporto fraterno si rovina si apre la strada ad esperienze dolorose di conflitto, di tradimento, di odio”: è il ripercuotersi e il riproporsi del racconto biblico di Caino e Abele che è l’esempio negativo per eccellenza della rottura del legame tra fratelli. La famiglia è il primo luogo dove ci si deve abituare ad un clima di educazione e fraternità: è lì che si impara la convivenza umana, è quella una grande scuola di libertà e di pace che si può irradiare poi sull’intera società. E le parole del Papa sottolineano che l’esempio dato dalle famiglie numerose è bello proprio per questo: lì si riconosce un vero aiuto tra fratelli, uno stile fatto di premura e di pazienza. “Avere un fratello, una sorella che ti vuole bene è un’esperienza forte, impagabile, insostituibile. Nello stesso modo accade per la fraternità cristiana. I più piccoli, i più deboli, i più poveri debbono intenerirci: hanno “diritto” di prenderci l’anima e il cuore. Sì, essi sono nostri fratelli e come tali dobbiamo amarli e trattarli. La parola e l’esempio del Signore ci dicono che tutti siamo fratelli: questo è il principio dell’amore di Dio e di ogni giustizia fra gli uomini. Oggi più che mai è necessario riportare la fraternità al centro della nostra società tecnocratica e burocratica: perciò, non priviamo a cuor leggero le nostre famiglie, per soggezione o per paura, della bellezza di un’ampia esperienza fraterna di figli e figlie. E non perdiamo la nostra fiducia nell’ampiezza di orizzonte che la fede è capace di trarre da questa esperienza, illuminata dalla benedizione di Dio”.

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