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Auditorium San Giuseppe: incontro tra l’Avv. Morra e l’Ass, Pepe “La Politica è ancora la forma più alta di carità”

Di Sara De Simplicio

SANT’EGIDIO ALLA VIBRATA – Si è svolto lunedì 6 luglio, presso l‘Auditorium della Parrocchia San Giuseppe di Paolantonio, un incontro che ha visto come protagonisti gli esponenti regionali di centrodestra e centrosinistra, rispettivamente l’avvocato Giandonato Morra e l’assessore Dino Pepe, che hanno dibattuto sul ruolo attuale della politica rispondendo ad alcune domande relative ad alcuni importanti temi di attualità.

Ad organizzare l’evento è stata l’Associazione “Bene Comune Giovanni Paolo II” , un’associazione culturale e caritativa che si occupa dello studio e dell’approfondimento di alcune tematiche sociali e politiche degli ultimi tempi rileggendole secondo un’ottica cristiana ispirata ai principi della Dottrina Sociale Cattolica. A tal proposito, al termine dell’incontro, il referente ecclesiastico dell’associazione, Don Marco Di Giosia, parroco di Paolantonio e guida del Movimento in Direzione Cristiana, ha omaggiato i due ospiti d’eccezione proprio con due copie del Compendio della Dottrina Sociale Cattolica, con l’auspicio che diventi per loro un manuale da consultare, un testo “risolutore” di fronte ad eventuali scelte future da compiere.

Dopo una breve introduzione di Don Marco, la prima domanda sottoposta agli ospiti, formulata da Carla Nardinocchi, vicepresidente dell’Associazione, è stata quella di raccontare i motivi che li hanno spinti ad entrare in politica e se, secondo loro, oggi sia ancora possibile accostare a quest’attività la parola carità.

L’avvocato Giandonato Morra, originario di Cerignola, ha ripercosso le tappe della sua adolescenza sottolineando come la voglia di entrare in politica sia nata in seguito ad un episodio negativo di cui è stato vittima da giovane, quando accettando un volantino di una certa parte politica fu maltrattato da ragazzi che appartenevano invece ad un’area opposta. “La politica purtroppo è diventata l’arte del “fare qualcosa oggi per essere pagati domani” ma ci sono ancora, in entrambi i poli, persone oneste e impegnate che pensano al bene dei cittadini e che hanno come guida una legge morale che invece i più hanno perso”.

L’assessore Pepe, invece, ha raccontato di essersi iscritto tardi ad un partito ma di essere da sempre stato un cittadino molto attivo nella sua piccola comunità, Torano Nuovo: “ancora oggi, ciò che mi preme è non deludere le aspettative dei miei elettori e della mia famiglia perché il mio più grande obiettivo da sempre è mettermi al servizio della comunità, come ho fatto in passato nel mio comune e spero di riuscire a fare oggi in regione”.

Roberto Salei, invece, presidente della stessa associazione, ha chiesto ai due esponenti politici se secondo loro c’è ancora una speranza per una politica volta al bene comune o se ci si debba rassegnare ad un sistema fatto solo di interessi personali e corruzione, se i partiti cioè abbiano gli anticorpi per fermare questo ciclo negativo. Ancora una volta il primo a parlare è stato l’avvocato Morra che ha affermato come, a suo parere, “per cambiare le cose bisogna puntare sui giovani e sulle donne: i tempi non sono semplici perché oggi la corruzione politica ha raggiunto i massimi livelli e la politica oggi non ha i mezzi e forse la voglia per combattere e arginare la cattiva politica. Il vero antidoto sarebbe un codice etico da applicare a tutti e che sarebbe lo strumento più efficace per evitare fraintendimenti e situazioni spiacevoli.”

L’assessore Dino Pepe ha, invece, sottolineato come i giovani non debbano aspettare il partito ma debbano impegnarsi comunque a prescindere: “ognuno deve diventare protagonista della propria storia e della propria comunità e non deve aspirare alla politica per trovare un impiego: mai fidarsi di chi è politico per mestiere e non ha un lavoro di cui vivere poiché sarà difficile farlo scendere dalla poltrona“.

La terza domanda, forse più scottante ma allo stesso tempo molto importante per l’universo cristiano, è stata formulata da Emiliano Carulli, segretario dell’associazione “Bene Comune Giovani Paolo II”, che ha chiesto all’avvocato Morra e all’assessore Pepe il loro pensiero riguardo alla legge sull’omofobia e all’ideologia Gender, definita da Papa Francesco “una sperimentazione e manipolazione educativa su bambini e giovani usati nelle scuole come cavie da laboratorio”.

L’avvocato Morra, davanti a questi temi, si schiera (e voterebbe) secondo coscienza: “Io sono un papà e non amo essere chiamato semplicemente genitore: credo che ci sia un eccesso nella sperimentazione e purtroppo si stanno creando, in alcuni settori, delle lobby che gestiscono tutto. Bisogna essere aperti ad una discussione su determinati diritti civili ma senza mettere in discussione il riconoscimento del nucleo famiglia: bisogna fare attenzione a dire si a certi aspetti se questi poi servono solo ad aprire la strada ad un disconoscimento totale della famiglia naturale”.

Infine, la parola all’assessore Dino Pepe che ha affermato come “questi temi non siano semplici da affrontare e gestire: è difficile discostarsi da una famiglia intesa come “uomo-donna” ma non si può non riflettere oggi, in maniera distaccata e razionale, su certi diritti civili perché la società sta cambiando velocemente e con essa le esigenze”.

Redazione: