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Precisazioni sull’“Unità Pastorale” di Grottammare: la parola a Don Giorgio e a Don Dino

GROTTAMMARE – A seguito della recente intervista rilasciata da Don Giorgio Carini sull’ ”Unità Pastorale” di Grottammare, sono state suscitate varie opinioni e forse è scaturita qualche perplessità se non addirittura un pizzico di polverone…

Sulla questione siamo dunque ritornati, in assoluta serenità, chiedendo nuovamente a Don Giorgio di spiegarci meglio che cosa sia questa “Unità Pastorale” o come si chiami il “raggruppamento” di due parrocchie da parte di un unico parroco a Grottammare. Ricordiamo, per chi non lo sapesse, che Don Carini è recentemente diventato, dopo essere stato per tanti anni parroco di San Giovanni Battista al paese alto di Grottammare, anche parroco di San Pio V, ossia della parrocchia della marina della nostra cittadina. Spieghiamo pure che a San Pio V resta comunque in attività, come “Emerito” l’ex parroco, ossia Mons. Giovanni Flammini, c’è inoltre l’ausilio del vice parroco, Don Guido Coccia e di Don Eugenio, nonché del diacono Sandro Girolami. “Don Giorgio, puoi per favore spiegarci se quella che coordini tu ora a Grottammare si chiamo o no “Unità Pastorale” ? ..Qualcuno ha sollevato perplessità ed è bene essere precisi, per i lettori che numerosi, ci seguono su L’Ancoraonline”.

Don Giorgio Carini: “ Nello specifico, non si tratta di una vera e propria unità pastorale, così come viene comunemente intesa. Mi spiego: non vi sono le “regole” effettive di una unità pastorale. Nei fatti, però, c’è un parroco per due parrocchie, quindi, a mio avviso, si tratta di un primo “avvio” alla costituzione di una unità pastorale futura. Si tratta di sottigliezze , di pelo nell’uovo….ma ribadisco: ufficialmente a Grottammare non c’è una unità pastorale, ossia le parrocchie sono ben distinte e differenziate, tuttavia ci si è avviati ad una collaborazione , di fatto ad un primo passo verso una unità pastorale. Spero di essere stato chiaro e aver fugato ogni dubbio”.

Dopo aver ringraziato Don Giorgio per il tempo concessoci, abbiamo intervistato il parroco della Madonna della Speranza, Don Dino Pirri, che forse, involontariamente, avevamo un po’ trascurato nel primo articolo e che ha chiesto, sempre tramite i “commenti” firmati sull’Ancoraonline, un chiarimento sulla questione. “Carissimo Don Dino, Don Giorgio ha precisato che effettivamente, quella di Grottammare non è una Unità Pastorale, ma una sorta di avvio alla collaborazione fra le quattro parrocchie cittadine. Tu in questo contesto, come nuovo parroco della Madonna della Speranza di Grottammare, come vivi la fraternità sacerdotale? Ti faccio qualche esempio: fate degli incontri fra parroci grottammaresi? …Partecipate alle processioni cittadine più importanti? ..Progettate assieme la Pastorale? ..Hai delle proposte ?”.

Don Dino Pirri: “Sono l’ultimo prete arrivato a Grottammare. Quindi sto gradualmente conoscendo sia la parrocchia, che la città. Personalmente non intendo per “collaborazione pastorale” l’organizzazione di eventi a sé stanti, come una processione o un incontro formativo. Mi piacerebbe una pastorale “pensata” insieme, che tenga conto dell’originalità di ogni parrocchia e allo stesso tempo superi l’autoreferenzialità e la supponenza. In questo momento sento l’assenza di questo tipo di “collaborazione” . Spero che si possa costruire nel tempo”.

Allora ringraziamo Don Dino Pirri e cogliamo l’occasione per salutare anche Don Andrea Spinozzi, parroco della Gran Madre di Dio di Grottammare, auspicando davvero occasioni di incontro sacerdotale tra tutte le parrocchie cittadine, un abbattimento delle barriere sia spirituali, che materiali e augurando un buon , anzi, ottimo lavoro ai nostri cari e amati parroci, sperando, come fedeli, di essere degni del loro impegno.

Susanna Faviani: Giornalista pubblicista dal '98 , ha scritto sul Corriere Adriatico per 10 anni, su l'Osservatore Romano , organo di stampa della Santa Sede per 5 anni e dal 2008 ad oggi scrive su L'Avvenire, quotidiano della CEI. E' Docente di Arte nella scuola secondaria di primo grado di Grottammare.