È il quotidiano britannico The Guardian ad andarci giù duro più di tutti. Nel descrivere il discorso del premier Renzi utilizza l’avverbio “bullishly” che forse non ha bisogno di essere tradotto. “Hanno detto che non ce l’avremo mai fatta e invece oggi l’Expo è una realtà”. Peccato che subito dopo aver riportato in virgolettato la dichiarazione del nostro primo ministro, The Guardian fa la conta di tutto ciò che non va a partire dalle lamentele degli espositori. Ed è qui che si apre il capitolo, o meglio il paragrafo, dell’articolo più doloroso. E cioè la denuncia – riportata anche dal quotidiano belga La Libre – degli espositori belgi che non sono riusciti ad offrire birra e patatine fritte, fiore all’occhiello della loro gastronomia. La merce è stata bloccata in un deposito lontano 500 metri per motivi di sicurezza e in attesa di essere controllata. Ma il Belgio non è l’unico caso di mal-Italia. Ci sono anche gli espositori del Bangladesh che non sono riusciti ad aprire il loro padiglione perché lo staff non è riuscito ancora ad ottenere dalle autorità italiane il visto. E un funzionario del padiglione irlandese conferma: “Problemi? Solo un po’. Nulla però a che vedere con l’accreditamento che qui è stato un incubo”. Anche il tedesco Die Welt elenca tutti i disagi e non si fa sfuggire nulla: dai cannoni di acqua sparati contro i manifestanti al gruppo di hacker che hanno paralizzato il sito web dell’expo per un paio d’ore. Ovviamente il quotidiano sottolinea che “molti padiglioni stanno ancora lavorando e sono stati costruiti negli ultimi minuti prima dell’apertura”. E alla fine si vanta del fatto che “il padiglione tedesco è uno dei più grandi” e che la Germania si presenterà come Paese della “innovazione” e con una varietà di “cibo sostenibile” e specialità tedesche.
Ma c’è davvero poco di cui vantarsi in questa Europa che, da Nord e Sud, è attraversata dagli stessi malcontenti e problemi di coesione sociale. Da questo punto di vista, è stato un weekend di fuoco per tutti. Manifestazioni per un lavoro degno e contro le politiche dell’austerity si sono svolte dalla Germania alla Spagna e per la loro forza di partecipazione hanno conquistato le prime pagine dei quotidiani. In Francia il corteo del primo maggio del Front National è stato rovinosamente attaccato dal gruppo delle Femen. In Germania, una cinquantina di neonazisti ha preso di mira una manifestazione del sindacato per il primo maggio nella città tedesca di Weimer. E per fortuna che in Inghilterra è nata la Royal baby. Ma i fiocchi rosa servono a poco. Passano velocemente. Non così le polemiche e gli inutili pregiudizi.
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