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Don Adam ci racconta il suo recente incontro con Papa Francesco

DIOCESI – Abbiamo intervistato Don Adam, il cappellano provinciale della Polizia di Stato tra cui della sede di San Benedetto del Tronto in occasione del suo recente incontro con Papa Francesco.

Don Adam, cosa sognavi di fare da bambino?
Da bambino volevo diventare un militare o un medico come i miei genitori. Ho iniziato gli studi di medicina e poi mi venuto in mente di essere un medico delle anime, così sono entrato nel seminario della Congregazione di San Filippo Neri. Per cause non dipendenti da me mi hanno mandato in un seminario diocesano, in una diocesi distante 400 km da casa, il mio si trovava a 15 minuti a piedi di distanza. Sono diventato sacerdote. L’anno 1999 non lo dimenticherò mai per due motivi: il primo, sono stato ordinato sacerdote il giorno 19 giugno, secondo, qualche giorno prima ero presente in veste di diacono durante un incontro ecumenico del Santo Padre Giovanni Paolo II . Dal 30 giugno del 2000 sono in servizio in Italia.

Quale è il tuo incarico al momento con le forze dell’ordine?
Sono il cappellano provinciale della Polizia di Stato per le province di Ascoli, Fermo e Macerata (tra cui anche San Benedetto del Tronto).

Come è stato l’incontro con il Santo Padre durante l’udienza generale?
Durante l’udienza dal Santo Padre Francesco dovevamo essere circa 400 persone, ma a causa di un problema meccanico ai pullman, alcuni sono rimasti bloccati a L’Aquila, arrivando perciò a Roma in ritardo.
Parlando con Papa Francesco ho detto: “Santità dovevamo essere di più, però a causa di un guasto due pullman sono arrivati tardi. Le persone erano partite alle 2.00 per essere qui presto … purtroppo sono arrivati adesso qui sotto la statua San Paolo. Quando va via, può almeno fare un gesto con la mano per salutarli?” Il Santo Padre acconsentì, alla fine scese a piedi ed andò verso di loro appoggiati alla transenna chiedendo: “siete voi quelli del pullman rotto?”

E’ stato un incontro emozionante. Papa Francesco ha salutato tutti! Ha benedetto i bambini dei poliziotti. Addirittura anche la figlia di William è andata finire nei giornali! A fine giornata avevamo tanta stanchezza addosso, però anche una grande gioia nel cuore! Ringraziamo la Gendarmeria Vaticana per la grande accoglienza riservataci, l’ ispettorato della Polizia di Stato presso il Vaticano per il loro aiuto e le tante persone che si sono impegnate per la buona riuscita di questa grande avventura. Ed alla fine, ma con una ancora più grande riconoscenza, il mio grazie va alla Prefettura della Casa Pontificia che ci ha riservato una accoglienza particolare! Al Santo Padre abbiamo regalato i prodotti della terra marchigiana (i quali sono finiti al tavolo di Santa Marta), uno scudetto raffigurante la Piazza del Popolo di Ascoli con lo stemma della Polizia ed una mattonella dipinta dalla poliziotta Teresa Di Pietro. Dopo questa esperienza sono più grandi la nostra preghiera ed i nostri cuori !

Nella tua vita sei stato vicino anche a Papa Giovanni Paolo II, ci racconti qualche aneddoto?
Nel 2003 insieme a mia mamma andammo dal Papa e piangendo gli disse che lei pregava per il Pontificie ecc.
Mi aspettavo che il Papa pronunciasse delle parole di incoraggiamento, invece le accarezzò il viso dicendole: “adesso basta! Si calmi e non pianga più! Perché se continua le foto usciranno male!”

 

Redazione: