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La Fabbrica dei Fiori: a San Benedetto del Tronto un nuovo terreno da coltivare per l’occupazione dei disabili psichici

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – È in fase di realizzazione l’iniziativa “La Fabbrica dei Fiori” promossa dalla Cooperativa sociale Primavera e realizzata insieme alla Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno. L’intervento è stato presentato a seguito della pubblicazione dell’avviso per la presentazione di progetti emanato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno nell’anno 2014 ed è stato valutato dalla stessa Fondazione meritevole di sostegno.

La Fabbrica dei Fiori” prevede l’occupazione di giovani disabili psichici attraverso l’acquisto di un terreno di mq. 7.885 a San Benedetto del Tronto su cui realizzare tre aree destinate alle coltivazioni di essenze arboree e in vaso, e di prodotti orticoli.

Per consentire ai disabili l’opportunità di integrazione lavorativa, dalla sua costituzione avvenuta nel 1997 la Primavera Cooperativa ha svolto e svolge la coltivazione in serra di piante da fiore. L’attività svolta in questi anni nell’ambito del disagio mentale ha portato la Cooperativa al centro di una forte attenzione presso quei soggetti e quelle famiglie che hanno questo tipo di problemi. Ciò ha avuto come conseguenza una forte pressione sulla Cooperativa da parte di soggetti portatori di disagio e da parte delle loro famiglie alla ricerca di un sollievo, sebbene temporaneo. L’attività di coltivazione viene d’altronde ritenuta dal Dipartimento di Salute Mentale dell’Asur Area Vasta n. 5 quella che maggiormente favorisce l’inserimento lavorativo e sociale dei disabili psichici perché si svolge in luogo protetto e perché, soprattutto, i giovani disabili, partecipando all’intero ciclo produttivo (piantumazione, accrescimento e vendita dei fiori), sviluppano manualità e coscienza delle singole fasi produttive. Infine, nei mercati di vendita, i disabili hanno accesso al contatto diretto con i clienti aprendosi dunque a una socialità diffusa in altri ambiti difficilmente riproducibile. D’altronde la coltivazione dei fiori produce buoni risultati economici, che potrebbero svilupparsi per il fatto che nel tempo la Cooperativa ha acquisito un buon avviamento commerciale oggi non completamente messo a frutto anche a causa dell’attuale ubicazione dell’impianto di coltivazione.

Il progetto della Cooperativa nasce appunto da queste complessive considerazioni e, cioè, l’aspetto terapeutico, il miglioramento delle condizioni di vita delle famiglie di provenienza, le potenzialità del mercato nonché le esperienze acquisite nella produzione vivaistica. La sua realizzazione consentirà l’inserimento lavorativo di un maggiore numero di disabili con effetti positivi su un maggior numero di famiglie. Il progetto prevede la realizzazione di un nuovo impianto per la coltivazione in pien’aria di essenze arboree e prodotti orticoli su un terreno con una superficie complessiva di mq. 7.885 sito in San Benedetto del Tronto, che la Cooperativa ha acquistato dalla Provincia di Ascoli Piceno.

Il progetto prevede la ripartizione della complessiva superficie disponibile in tre grandi aree destinate rispettivamente alle seguenti colture:

1) Coltivazione in pien’aria di essenze arboree in zolla su terreno;

2) Coltivazione in pien’aria di essenze sempre verdi in vaso;

3) Coltivazione di prodotti orticoli.

Conseguente all’attività di coltivazione è prevista la vendita in loco direttamente al pubblico dei prodotti così ottenuti ma anche delle piante da fiore provenienti dalle serre gestite dalla Cooperativa. La vendita diretta al pubblico (cosi detta a “chilometro zero”) consentirà di realizzare margini economici sicuramente sufficienti a coprire i costi e finanziare nuova occupazione per i giovani disabili. Alla coltivazione e vendita di prodotti orticoli sono state interessate alcune strutture alberghiere che hanno mostrato interesse al progetto e si sono impegnate ad acquistare tali prodotti dalla Cooperativa. In particolare hanno aderito Hotel Sporting di San Benedetto del Tronto, Hotel San Paolo di Montegiorgio, Hotel Villa Lattanzi di Torre di Palme, Hotel Esperia di Alba Adriatica e Imac Spa di Montefiore dell’Aso e Bros Manifatture Srl di Grottazzolina per l’utilizzo nelle mense aziendali. Ha aderito altresì il Conad Adriatico società cooperativa di Monsampolo del Tronto che si è resa disponibile all’acquisto dei prodotti orticoli così anche dei prodotti florivaistici.

Il progetto, pur non realizzando un vero e proprio “orto sociale”, si ispira molto a questa filosofia ormai diffusa in molte città italiane e straniere. Il progetto intende trasformare il sito in un luogo di incontro ed integrazione intergenerazionale, fra giovani, anziani, famiglie, lavoratori disoccupati persone di diverse origine sociale all’interno del quale i giovani disabili troveranno una opportunità di lavoro ma soprattutto la possibilità di socializzare con una pluralità di persone. In tal senso si promuoveranno rapporti continui con gli assegnatari degli “orti sociali” dei Comuni dell’Ambito sociale Territoriale XXI anche al fine di proporre la vendita dei prodotti da loro ottenuti.

La realizzazione del progetto consentirà la riduzione degli   attuali costi   fissi, l’incremento delle vendite ma soprattutto l’aumento dei posti di lavoro.

La Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno e la Cooperativa Primavera hanno scelto di mettere al centro del progetto “La Fabbrica dei Fiori” la comunità sociale, sia nella lettura dei suoi problemi, sia nella ricerca e nell’attuazione delle soluzioni possibili, attraverso l’edificazione di reti e il coinvolgimento del più ampio numero di soggetti che operano nel Terzo Settore. L’impegno condiviso è quello di generare un welfare di comunità che, ponendosi in relazione con la parte pubblica nonché con gli operatori economici che fossero interessati e disponibili, sia in grado di rispondere ai bisogni della comunità, affrontando rischi e sfide sociali, e rendendo la comunità stessa partecipe e responsabile e ponendo quindi le basi per un rinnovato clima di fiducia ispirato dal sentimento della condivisione e, soprattutto, dal senso di appartenenza a una comunità che cerca al proprio interno le forze e le risorse per far fronte ai propri problemi e alimentare il proprio futuro.

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