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“Rubrica dal carcere” Le necessità che aguzzano l’ingegno (curata dai volontari della nostra Diocesi)

DIOCESI – Prosegue la nostra “rubrica dal carcere” leggi i precedenti articoli curata dai volontari della nostra diocesi.
Articolo dei detenuti: Gianluca, Luigi, Singh

“In cella si sta in cinque, ma anche in nove e qui si dorme, si cucina,  si mangia, ci si lava, si legge, si vede la tv, si scrive ai propri cari, si gioca a carte, si discute, si va a prendere un caffè.

L’acqua della pasta bolle, come fuori, ma per fare prima, con a disposizione solo i fornellini da campeggio, si immerge la bomboletta del gas immersa in una bacinella di acqua calda, per dare più pressione al gas.

La scelta del canale televisivo da vedere è di chi fa il caffè, oppure ce lo giochiamo a carte, o, infine, sceglie chi fa le pulizie. A lanciano mi avevano messo a giro e mi toccava sempre fare tutto; dopo aver imparato a pulire benissimo, ho imparato pure a giocare a carte: questione di sopravvivenza.

In certe carceri si gioca per il pezzo di dolce fatto in cella: pastiera, bombe e cornetti, se hai la fortuna di avere il compagno di cella pasticcere. In quel caso speri di essere fortunato al gioco.

Per pulire le scarpe da tennis, si mettono a bagno col sapone, poi si spazzolano con il dentifricio e lo spazzolino… ovviamente non lo stesso con cui lavi i denti.

In cella non si butta via niente e si risparmia per quello che si può. Si allunga l’olio di oliva con quello di semi, si diluisce il sapone dei piatti; si lavano le posate usa e getta; si mettono da parte le mele del vitto per fare le marmellate.

E con i noccioli delle olive si fanno le collane e i rosari…uno lo abbiamo regalato al vescovo D’Ercole, che viene spesso a trovarci.

Per fare le targhette con le iniziali si usa la parte larga delle palette di legno….con il manico si fa la cremina del caffè.

In carcere il tempo è sempre uguale e non manca mai; puoi vivere la stessa giornata per mesi o per anni. Il segreto per dormire di notte è di non sdraiarsi mai di giorno, ma non si può adottare la stessa tecnica tutti insieme perché lo spazio del pavimento non basta per stare in piedi tutti insieme.

E se non si dorme si pensa…se si pensa non va bene….i figli, le mogli, i cari…..sempre troppo lontani.”

Redazione: