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di Alessio Rubicini

“Beati i miti perché avranno in eredità la terra. Beati i puri di cuore perché vedranno Dio (Mt 5, 5. 8)”

Probabilmente sono queste le parole del Vangelo che a molti di noi della Parrocchia “Madonna di Fatima” sono venute in mente quando abbiamo appreso della morte del nostro amato Sante Mozzoni, Santuccio come tutti noi lo abbiamo sempre chiamato. Forse perché sono quelle che meglio lo descrivono e che meglio raccontano ciò che lui è e rappresenta per la nostra Comunità Parrocchiale.

Il nostro Parroco Don Luis senza timore di esagerare, nella Santa Messa in occasione dei funerali concelebrata con Padre Alfredo Botticelli, nostro ex Parroco, e Don Gianni Capriotti, nipote di Santuccio, ha evidenziato come il nostro Santuccio abbia costruito ed edificato la nostra Parrocchia.

Santuccio anzitutto fu uno di coloro che accolsero in Parrocchia la nostra Immagine della Madonna di Fatima andando a prenderla a Ripatransone ed accompagnandola in processione fino in Valtesino ed ha contribuito, in primo luogo, a costruire fisicamente, ormai quasi cinquant’anni fa, le stesse mura della nostra Chiesa e, nel tempo, ha contribuito in tanti modi a mantenerla nel giusto decoro per accogliere tutti noi per le nostre celebrazioni. Santuccio ha sempre lavorato, assieme ai Parroci che hanno guidato la nostra Comunità, ogni volta che la nostra Chiesa ha avuto bisogno di qualche ritocco e, assieme alla sua adorata moglie Agostina, l’ha arricchita di molti che ogni giorno la rendono accogliente per noi tutti (le sedie del Presbiterio, i tappeti sotto e davanti all’Altare, il banchetto sul quale le coppie della nostra Comunità celebrano il loro Matrimonio e molto altro).

Ma Santuccio ha edificato la nostra Parrocchia anche, e soprattutto, con il suo esempio di persona umile, mite e silenziosa ma sempre presente e pronta a mettersi al servizio della nostra Comunità.

Santuccio, insieme alla sua amata Agostina ed alla sua inseparabile Apetta, è sempre stato una presenza costante, quasi quotidiana, nella nostra Comunità, nelle nostre celebrazioni, in tutti i nostri momenti di preghiera, di dolore ma soprattutto di festa grazie alla sua infaticabile attività nel nostro Comitato Festeggiamenti

Nella nostra Parrocchia, poi, ha festeggiato le tappe più importanti dei tuoi 66 anni ed oltre di matrimonio con la tua amata Agostina: le nozze d’argento, le nozze d’oro, i sessant’anni. Sempre con tutti i Parrocchiani a far loro da corona e ad ammirarli per l’amore e la devozione con cui si sono donati l’uno all’altra ogni giorno.

Durante la Santa Messa in occasione dei suoi funerali è stato letto il Vangelo delle beatitudini proprio perché egli si è impegnato a viverle. Santuccio ha saputo scoprire la bellezza della vita cristiana ed ha indicato a tutti noi parrocchiani come si vive da cristiani e che l’eredità per la sua famiglia e per noi tutti è questa al di là di tutto: il vivere la nostra vita di fede in modo coerente, semplice, nascosto.

Santuccio, insieme a suo moglie Agostina, è sempre stato il primo a contribuire alle necessità della Comunità Parrocchiale, ad accogliere chiunque nella sua casa. Anche il Vescovo emerito Gervasio Gestori ha incontrato spesso Santuccio ed Agostina a casa loro o in Parrocchia durante le sue visite e, lo scorso 18 Gennaio, anche il nostro Vescovo Carlo è stato loro ospite quando, visitando la nostra Parrocchia in occasione della Festa di Sant’Antonio, si è recato a casa di Santuccio per portargli la Santa Comunione.

Siamo certi che il nostro caro Santuccio stia già camminando alla presenza del Signore, nella terra dei viventi tenendo per mano la nostra amata Patrona, la Madonna di Fatima, che sicuramente lo sta accompagnando nei suoi primi passi nel cammino nella vita eterna, così come quaggiù egli teneva sempre per mano la sua amata Agostina. E, probabilmente, la Vergine Maria lo starà già ringraziando per come lui l’ha sempre servita ed onorata in mezzo alla nostra Comunità Parrocchiale.

Il suo esempio, la sua vita, non possono che suscitare in noi un rendimento di grazie al Signore. Come ha detto Don Luis al termine della sua omelia il giorno dei funerali, “Il coraggio e la forza di Santuccio possano anche a noi donarci la capacità di impegnarci nella nostra vita, ma soprattutto questo amore per la famiglia. Possa essere il segno di una fede autentica: l’amore e il servizio alla nostra famiglia, l’amore e il servizio alla nostra Comunità Parrocchiale. Queste siano le eredità di Santuccio per noi. Chiediamo per lui la pace eterna certi che il Signore gli concederà ora di vedere il suo volto e di ricevere la corona della vittoria”.

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