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In Siria non esistono le condizioni per accedere in sicurezza agli aiuti, la denuncia di 21 agenzie umanitarie

Nel nuovo report “Fallimento Siria”, firmato da 21 agenzie umanitarie, emerge che le tre risoluzioni del Consiglio di Sicurezza adottate nel 2014, volte a garantire protezione e assistenza ai civili, non hanno visto alcuna applicazione, al punto che in Siria non esistono le condizioni per accedere in sicurezza agli aiuti, il numero delle vittime continua ad aumentare come pure quello dei profughi. “L’amara realtà è che il Consiglio di Sicurezza non è riuscito a rendere effettive le sue risoluzioni. L’anno scorso è stato il peggiore di questa terribile guerra. Le parti in conflitto hanno agito impunemente e hanno ignorato le richieste del Consiglio di Sicurezza, i civili non sono stati protetti e il loro accesso ai soccorsi non è migliorato”, ha detto Jan Egeland, segretario generale del Norwegian Refugee Council. Ancora un dato negativo: nel 2014 i convogli umanitari inter-agenzia in partenza da Damasco sono riusciti a raggiungere solo 1,1 milioni di persone rispetto ai 2,9 del 2013, con meno della metà delle richieste di transito approvato dal governo siriano “In tutta la Siria, i bambini non possono più studiare, perché le scuole sono distrutte o perché è pericoloso raggiungerle. I genitori poi hanno il terrore che proprio le scuole siano bersaglio di attacchi”, ha affermato Roger Hearn, direttore regionale di Save the Children.

“Mentre gli operatori del settore umanitario rischiano la loro vita per fornire assistenza, milioni di siriani restano senza aiuti, non solo a causa dei combattimenti e del peggioramento della situazione, ma anche per mancanza di fondi e di ostacoli burocratici”, ha aggiunto Hearn. Le organizzazioni umanitarie chiedono agli stati membri delle Nazioni Unite e ai membri permanenti del Consiglio di Sicurezza, di passare urgentemente dalle parole ai fatti, assicurando la piena attuazione delle risoluzioni. “Nell’ultimo anno abbiamo assistito a una totale mancanza di azione sia delle parti in conflitto che dei governi, i quali invece avrebbero dovuto usare tutto quanto era in loro potere per porre fine crisi umanitaria gravissima. Una risoluzione ONU che non trova applicazione non serve a niente a una madre che non sa più cosa dar da mangiare ai propri figli”, ha osservato Andy Baker, che coordina la risposta di Oxfam alla crisi siriana. “Le potenze mondiali devono smettere di alimentare il conflitto, aumentare gli aiuti per far fronte ai bisogni più immediati della popolazione e spingere le parti in conflitto a trovare una soluzione politica. La Russia, gli Stati Uniti e altri Stati hanno l’influenza politica e diplomatica necessaria per mettere in pratica quanto stabilito nella risoluzione; non c’è più tempo da perdere”, ha concluso Baker.

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