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Primo incontro con Padre Giacomelli: “La famiglia icona dell’amore di Dio”

di Fernando Palestini

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Il primo dei tre incontri con padre Giacomelli, priore del monastero di Fonte Avellana, svoltosi mercoledì 4 Marzo nella sala blu della Parrocchia san Filippo Neri sul tema della Famiglia è stato davvero illuminante. Partendo dalla realtà attuale della crisi dei temi dell’Educazione e della Famiglia sia a livello civile che religioso ed in vista del Sinodo generale voluto da papa Francesco per ridefinire il vangelo della famiglia, cioè la specificità della famiglia nella vocazione cristiana, il relatore è partito da un attento esame dei brani biblici che affrontano il rapporto uomo-donna ed il tema della famiglia per arrivare a definire la famiglia come Icona dell’amore di Dio nella storia dell’umanità’.

Padre Giacomelli ha prima citato il Cantico dei Cantici dove in forma anche poetica viene descritto l’amore umano (l’affettività profonda fatta di gesti, di baci, l’eros) e divino, poi partendo dal brano di Marco cap. 10 versetti 2-9 (i farisei per metterlo alla prova pongono a Gesù questa domanda: “E’ lecito per un marito ripudiare la propria moglie…”) ha fatto comprendere che questo brano non fa riferimento tanto all’indissolubilità del matrimonio quanto piuttosto all’uguaglianza tra uomo e donna. Infatti la risposta di Gesù ai farisei è quella di riprendere il testo della Genesi cap. 1 e 2 “Dio creò l’uomo a sua immagine;..maschio e femmina li creò” ed ancora “per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e i due saranno una carne sola. Sicchè non sono più due, ma una sola carne.” Nella concezione di Dio, riaffermata da Gesù non è bene che l’uomo sia solo, il maschio da solo non compie in totalità la presenza dell’umanità; chi Dio gli metterà al suo fianco (la donna) è il compimento della creazione. La creazione infatti raggiunge la sua pienezza nell’interrelazione, nella diversità tra i due; solo con la donna la creazione è completa. La donna quindi è il compimento della creazione, è l’aiuto all’uomo, il suo corrispondente “sullo stesso piano”. La donna esiste perché completa l’uomo ed in lui si completa, c’è un’integrazione dell’uno nell’altra e viceversa, non esiste l’uno senza l’altra. Ciascuno è il completamento dell’altro, quindi i due si uniscono perché la loro unione mostra l’unità del genere umano (i due saranno una sola carne). La famiglia quindi ha il compito di dimostrare l’indissolubilità dell’uomo e della donna nel genere umano ed i figli sono la manifestazione più profonda di questo rapporto e quindi il ruolo della famiglia è irrinunciabile per la sopravvivenza dell’essere umano.

Da questo rapporto fondamentale ed anche attraverso questa unione si passa poi ad una valenza di famiglia più ampia; nel rapporto con tutto il genere umano il concetto di famiglia si allarga e comprende tutti coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica (la famiglia di Dio, la famiglia universale). E questo legame passa attraverso il sangue versato per tutti gli uomini dal Cristo sulla croce. E’ infatti la relazione tra gli uomini, tra tutti gli uomini “di buona volontà” l’atomo fondamentale dell’esistenza umana; e dentro questa unità fondamentale l’uomo (o la donna) trovano la loro immagine.

Giacomelli poi, riprendendo il dibattito che si è aperto nella Chiesa attorno al Sinodo soprattutto sulla possibilità di dare il sacramento della comunione ai separati ha affermato che il Sacramento della Comunione non è per i perfetti ma per quelli che ricercano Dio con cuore puro e sincero ed ha ricordato le parole del Santo papa Giovanni XXIII che nell’omelia di apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II affermava: “la Chiesa preferisce usare la medicina della misericordia, piuttosto che quella del giudizio”.  Il prossimo incontro si svolgerà mercoledì prossimo sempre alle ore 21,15 presso la sala blu della parrocchia san Filippo Neri.

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