ROMA – Si sono svolte dal 31 gennaio al 1 febbraio le due intense giornate di progettazione sociale organizzate dal Movimento Lavoratori di Azione Cattolica per mettere in movimento idee capaci di generare cambiamento al servizio del bene comune, come comunità e come popolo. Ecco i quattro progetti vincitori del concorso “GenerAzione di idee”: “Coltivando s’impara” della diocesi di Ugento – S. Maria di Leuca; “Formare per seminare e raccogliere” di Ivrea; “Quasi alla fine del mondo” di Piacenza-Bobbio; “RigenerAzioni” di Reggio Calabria-Bova.

Ventiquattro i progetti presentati da Nord a Sud, passando per le isole. Intorno ai temi del concorso si sono alternate nelle due giornate diverse voci e racconti, piste di riflessione e esperienze concrete, accomunate dall’impegno a cercare spazi di creatività e responsabilità come comunità per essere innovatori, per fare nuove le cose, con idee e azioni per la vita buona del Vangelo delle diverse generazioni.

 VIII giornata progettazione socialeDue tavole rotonde densamente abitate e partecipate hanno caratterizzato le giornate. Nella prima sessione, moderata da don Domenico Santangelo, aiutante di studio dell’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro, Giuseppe Notarstefano, vice presidente adulti di Ac, ha indicato la custodia come nuova prospettiva per un’economia nuova, capace di prendersi cura, di uno sviluppo che come ci ricorda la Caritas in Veritate è finalizzato all’“essere in Più” e non ad “un avere di più”. La necessità è di recuperare l’economia come spazio di sperimentazione, di creatività nell’agire economico e nella capacità di diffondere una nuova cultura con le proprie scelte economiche. La comunità che diventa protagonista. Comunità come popolo. Chiamata a riscoprirsi protagonista, e richiamata anche da Sandro Calvani nel suo intervento il giorno successivo – che ha evidenziato l’odierna infelicità anche di chi è tra quell’1% che detiene la gran parte della ricchezza del pianeta. Che spesso si caratterizza per lo spreco di talenti nel non uso dell’intelligenza emozionale e creativa, capace di trasformare la propria attività in bene comune. La vera grande sfida – ha ribadito Calvani, forte della sua profonda esperienza professionale e umana – “è passare dall’idea alla realtà, e in questo è indicativa la nostra costituzione di tipo strumentale, in quanto l’unica al mondo che si fonda sul lavoro, lo strumento per la dignità dell’uomo, cioè si fonda sulla realtà e non sull’idea”. L’ impegno è all’educazione popolare, capace di far pressioni alla politica quando è incapace di fare scelte per il futuro. Ciò è possibile rispondendo “all’annuncio economico del Papa, che invita ad essere cristiani generosi e felici servitori del bene Comune.”

Custodia del creato e innovazione sociale e lavorativa sono le strade percorse dalle esperienze concrete della cooperativa sarda Sa Costera che riunisce 500 soci, riconoscendo nell’attenzione al territorio e nella fiducia reciproca dell’impegno portato avanti con professionalità e qualità, il modo per “rimboccarsi le mani guardando avanti al futuro dei nostri figli migliorando ciò che i nostri padri ci hanno lasciato!”, ha detto il presidente Tilocca. Una responsabilità sociale dedicata alla mobilità sostenibile sperimentando l’uso di taxi elettrici a impatto zero per l’ambiente, come ci ha detto Massullo, il tassista che lo sta sperimentando, scontrandosi purtroppo con la lentezza delle istituzioni ad attivarsi per sostenere tali progetti. E ancora, custodia della progettazione sollecitata sul territorio che crea innovazione, di cui va curata la continuità è l’impegno raccontato dall’imprenditore Agostini di Esprit Toscana, società consortile no profit. Così come l’impegno di una comunità, una parrocchia, che ha sostenuto la realizzazione del caparbio sogno di sei ragazzi di aprire un pastificio artigianale a Gragnano.

I partecipanti hanno potuto anche confrontarsi per comprendere attraverso il laboratorio del pomeriggio, come rendere più efficace il proprio progettare partendo dall’analisi corretta e puntuale del contesto realizzata con i giusti strumenti. Anche la visita al LuissEnlabs, incubatore e acceleratore di start-up, ha generato numerose sollecitazioni: il fascino di un luogo dinamico e creativo, dove si scommette investendo notevole denaro su idee in campo informatico, offrendo ai giovani una reale occasione, uno spazio e competenze per lo sviluppo del progetto.

Giornate intense, ricche di idee e azioni, che chiamano tutti ad essere protagonisti in una “Chiesa ospedale da campo”, che chiede analisi del territorio e capacità di intervenire per essere trasform-attivi del bene comune.

 

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