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Francesco Ascolani ci racconta la vita del porto, con aneddoti sulla pesca atlantica

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Dopo aver parlato la scorsa settimana con due giovani pescatori, questa mattina ho scambiato quattro chiacchiere con un veterano: Francesco Ascolani. Francesco mi ha raccontato delle sue avventure in atlantico e non solo…
Leggi le precedenti interviste a: Giulio UrbaniNicola Paolini, Mauro Piunti

Da quanto tempo svolgi questo lavoro?
Sin da piccolino. Conclusi gli studi mi sono imbarcato su una nave che pescava in Atlantico. Mi sono imbarcato da mozzo e sono sceso dalla nave da comandante. Fino al 1983 sono stato in giro per il mondo, poi sono tornato a San Benedetto dove ho acquistato una barca piccolina e ho iniziato a svolgere la piccola pesca. Quindi dalla grande pesca in Atlantico sono passato alla piccola pesca in Adriatico. Cambiando tipo di pesca ho cambiato anche il modo di svolgere il mio lavoro. Quando ero in Atlantico comandavo un equipaggio di circa 30 persone, oggi,invece, lavoro da solo e a volte mi faccio aiutar da qualcuno. La piccola pesca la svolgo con una barchetta piccolina ancora oggi. Ho più di 40 anni di mare e di esperienza. Ovviamente il mio lavoro non si svolge solo in mare, anche qui a terra c’è molto da fare. Quando non sono in mare, infatti, faccio le retine, i cestini e le nasse.. tutti “stumenti” utili per la pesca.

Com’ è cambiato il lavoro negli anni?
Il mio lavoro, come molti altri del resto,è cambiato a seguito dell’evoluzione tecnologica. Sono mutate le imbarcazioni. In passato lavoravamo con barche di legno, oggi con barche in resina. Le imbarcazioni di resina permettono di raggiunge il luogo di pesca in 5 minuti, prima, invece, si impiegava più di mezz’ ora. È sicuramente migliorata la qualità del lavoro. È anche aumentato il volume di lavoro perché la resa è bassa e per avere un buon guadagno dobbiamo pescare molto di più. Quindi si lavora tanto per avere lo stesso rendimento di prima. Inoltre, rispetto al passato, sono aumentati i costi, ad esempio il gasolio costa molto di più. Infine è cambiato anche il luogo di pesca in quanto non si pesca più in Atlantico perché hanno chiuso la pesca in quelle zone agli stranieri..è un peccato perché li c’è veramente molto pesce! Ricordo che quando lavoravo li con il mio equipaggio pescavamo fino a 30tonnellate di pesce al giorno!

Ci sono degli episodi che ti hanno particolarmente segnato nella tua carriera?
Si, uno è recente. Ho partecipato alle ricerche di un ragazzo scomparso in mare poco tempo fa. Il mio rammarico è che non sono riuscito a ritrovare il corpo e magari a salvarlo. La sera stessa dell’incidente trovai in mare il segnalatore satellitare e il giubbotto ma.. non il corpo. Il cadavere fu trovato il giorno dopo 600 metri più a sud di dove avevo avvistato gli oggetti la sera prima. Queste sono esperienze che ti segnano per sempre e ti cambiano la vita.
Un altro episodio che ricordo molto bene risale al periodo in cui lavoravo in Atlantico. Mi sono imbattuto in una tempesta veramente forte. C’erano delle onde mai viste e venti di 70nodi. Il vento nella stessa giornata ha girato da est , da sud e da ovest. La mia barca , lunga 70m e larga 12m,ballava come fosse una barchetta di 3m. Dentro il peschereccio si era ribaltato tutto. In cucina si staccarono persino i bulloni con cui era impiantata l’ impastatrice per fare il pane. La cucina era distrutta. Una cosa tremenda. Il bollettino delle condizioni meteo veritiero ce lo diedero solo il lunedì seguente, dopo che era già passato tutto. Succedevano queste cose qui. A bordo avevamo il radiotelegrafista che ci dava il bollettino per poter controllare le previsioni meteo e gestire il lavoro però, a volte, nel week end alzava un po’ il gomito e.. le sue previsioni non erano sempre attendibili e creavano questi disastri qui!

Consiglieresti ad un giovane di intraprendere questo lavoro?
Non so! Nel mio percorso lavorativo mi è capitato di collaborare con ragazzi molto giovani ma… dopo 6 mesi, 1 anno hanno smesso! Mi han detto che matto a far un lavoro del genere. Questo è un lavoro che non ha né orari né giorni liberi. È un lavoro che dipende dalle condizioni meteorologiche, quindi può capitare di lavorare anche il sabato e la domenica. Ci si riposa solo quando il tempo è cattivo. Come oggi, ad esempio, che sto qui in riposo e sto aspettando che il tempo migliori per tornare in mare.

Luisa Urbani: