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Adozioni: a quando una normativa europea?

Di Osvaldo Rinaldi

Ogni fine anno è sempre tempo di bilanci. I mezzi di comunicazione concentrano la loro attenzione sulle vicende economiche, politiche e sportive che hanno caratterizzato, nel bene o nel male, l’anno che volge al termine. Poco si parla, invece, degli avvenimenti che hanno riguardato la vita delle famiglie alla fine di ogni anno.

In questo ultimo anno, quando si parla di famiglia, viene subito alla mente il Sinodo straordinario dei Vescovi, che ha visto la Chiesa universale interrogarsi sulle problematiche e sulla pastorale della vita familiare. Tante sono state le discussioni, tante sono state le proposte, ognuna indirizzata per il bene della Chiesa, che ha nella famiglia il suo nucleo fondante e pulsante.

Questo ultimo anno è stato contraddistinto, nel nostro paese, dalla concretizzazione di tante situazioni ipotizzate negli anni passati. Riepilogare le più significative vicende può essere di grande aiuto, sia per comprendere in quale direzione cammina la nostra società, sia per considerare le minacce presenti e le insidie future.

La sentenza della corte costituzionale, che ha dichiarato legittima l’uso della pratica della fecondazione eterologa, è stata una assoluta novità. Questa decisione, con il passare degli anni, corre il serio rischio di ridisegnare la struttura tradizionale della famiglia, perchè ribalta il principio del diritto dai figli verso i genitori. Se fino a questo momento il figlio era considerato un dono, questa sentenza ha considerato il figlio come un diritto. La sterilità fisica, da sempre considerata come un’apertura ad altre forme di accoglienza (come l’affido e l’adozione), diviene un ostacolo facilmente rimovibile utilizzando altre tecniche di fecondazione artificiale. Il seme e l’ovulo sono considerati come elementi vitali che possono essere “donati” per raggiungere l’obiettivo della maternità e della paternità. L’origine della vita diviene ancora più misteriosa, perché andiamo incontro a figli, nati da una papà e una mamma, che hanno avuto anche origine dal seme di un altro padre e dall’ovulo di un’altra madre, che nella quasi totalità dei casi desiderano rimanere ignoti.

Un’altra sentenza che ha creato molto clamore, è stata quella del tribunale di Roma, che ha concesso l’adozione ad una donna, che ha contratto all’estero il matrimonio con un altra donna, che a suo volta aveva concepito (sempre all’estero) un figlio con la fecondazione eterologa. Questa sentenza è stata da molti interpretata come è un passo per giungere alla legiferazione dell’adozione per le coppie omosessuali, anche perchè si è già sentito parlare di questa poco felice ipotesi in alcuni ambienti politici.

La speranza è che il nuovo anno veda mantenuto il diritto naturale di un bambino ad avere un padre e una madre. Del resto questa è la legge della natura, che da sempre è rimasta immutato fin dalla fondazione del mondo. Stravolgere questo ordine non può spettare all’uomo, anche perchè, quando si violano le leggi della natura, le conseguenze sono state sempre negative per l’uomo stesso. Basta guardare gli oltraggi e le forzature compiute contro il creato per capire questo principio fondamentale della vita, che i nostri anziani conoscevano molto bene.

Un altro dato che desta molta preoccupazione è il crollo del numero delle adozioni. Davanti alla denuncia di questa situazione da parte di tanti enti autorizzati all’adozione internazionale, si è riscontrata la totale assenza da parte delle istituzioni, che hanno deciso di lasciare immutata l’attuale legislazione. La burocrazia è davvero abbondante in materia di adozione e sarebbe indispensabile uno snellimento delle precedure da parte degli organi statali coinvolti nel processo per l’ottenimento del decreto di idoneità.

Si parla tanto di integrazione europea, siamo invasi di pubblicità che parlano dell’Europa come di una istituzione che vuole essere vicina ai cittadini, ma nella realtà assistiamo ad un distacco abissale tra i luoghi decisionali della politica e i bisogni della gente.

Sarebbe auspicabile che i paesi membri della comunità europea avessero una unica legge per l’adozione, con l’obiettivo di favorire la riduzione dei tempi di attesa, soprattutto per i bambini che aspettano molto tempo negli orfanotrofi o nella case famiglie prima di essere accolti dalle famiglie adottive. Chiaramente è indispensabile mantenere gli adeguati controlli e garanzie prima di giungere a dichiarare lo stato di abbondono di un minore.

Un altro evento significativo è stata la nuova normativa per il divorzio breve. Tanto si è discusso dei tempi, dei costi e delle difficoltà per ottenere il divorzio, e quasi per nulla si è parlato della sorte e delle tutele dei figli dopo la separazione dei genitori. I figli sono le vere vittime della separazione dei loro genitori. Molti di questi figli perdono i contatti con uno dei due genitori, o se riescono a conservare una frequentazione assidua con entrambi, questo non è sufficente per essere seguiti adeguatamente nella loro formazione umana.

Questi bambini ed adolescenti, giunti all’età adulta, difficilmente decidono di costruirsi una famiglia, perchè sono stati testimoni del fallimento del matrimonio dei loro genitori. Essi preferiscono forme di relazioni precarie, perchè hanno paura di impegnarsi definitivamente e stabilmente, limitando anche l’apertura alla vita. La cultura del figlio unico è conseguenza di questa mentalità del provvisorio.

Tutti questi avvenimenti dimostrano che la situazione della famiglia sta precipitando molto rapidamente. La famiglia tradizionale, fondata sul matrimonio tra uomo e donna, disponibile all’apertura alla vita, pronta ad educare i figli con grande dedizione, ed impegnata ad accogliere i suoi anziani nell’ultima stagione della loro vita, sembra perdere il suo fascino e la sua attrattiva vitale.

L’augurio che facciamo a tutti per il prossimo anno è quello di avere la forza e il coraggio di tenere sempre accessa la fiamma della speranza, per non darsi vinti davanti alla decadenza dei valori umani e cristiani. La speranza è quella di conservare sempre viva la propria testimonianza e il proprio impegno in ogni ambito della società, certi dell’aiuto della Madre di Dio, che ha vissuto ogni dimensione della vita familiare, come figlia, madre e moglie.

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