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“Da Trieste ad Agrigento noi musulmani contro vendetta e odio”

Youssef Sbai Imam di Massa Carrara e vicepresidente Ucoii (Unione delle comunità islamiche d’Italia)

La notizia del massacro di bambini giunta dal Pakistan è orribile. I responsabili sono dei criminali e nessuna giustificazione è accettabile di fronte a tanto orrore. Le raccomandazioni e le direttive di comportamento nell’Islam sono state calpestate da questi assassini. I bambini erano tutti pakistani e di fede islamica. L’odio di questi assassini ha accecato i loro cuori e i loro sentimenti. Nessuna interpretazione dei testi religiosi islamici permetterebbe una tragedia simile. Come hanno dichiarato gli stessi Talebani del Pakistan, si è trattato di una vendetta contro l’esercito pakistano. La vendetta è un comportamento ostile alla dottrina islamica che, al contrario, suggerisce il perdono e la giustizia. La vita, come precisa il Corano, è sacra e quando si tratta di quella dei bambini l’importanza diventa ancora maggiore.
Dietro il terrorismo e la violenza di matrice religiosa c’è una ideologia di odio e di esclusione. Ideologia deviata dell’Islam anche se si auto-riconosce nell’Islam. L’errata comprensione di qualche testo religioso, la strumentalizzazione di altri sono la base di questa deviazione. Questa ideologia di odio trova terreno fertile in contesti ben precisi: i territori dove regna l’ingiustizia, o dove le persone sono sottoposte a pressioni psicologiche continue, o dove sono diffuse la povertà e l’ignoranza. Sono tutti territori che offrono all’estremismo e al fanatismo ospitalità per la diffusione dell’ideologia dell’odio e del terrore.
La violenza, il terrorismo, la guerra, il sangue non fanno che spargere altro sangue. Per sconfiggere questa ideologia abbiamo il dovere di diffondere la cultura del dialogo, della pace, della giustizia, della convivenza armonica. Fermare il terrorismo non con le bombe, ma debellando le ingiustizie, bloccando i trasgressori, sradicando le dittature, stroncando l’oppressione dei popoli. Diffondendo i diritti umani, i valori morali, l’etica, la solidarietà tra i popoli. Questi sono i mezzi efficaci per sconfiggere il terrore.
I musulmani d’Italia negli ultimi anni si sono impegnati per essere partecipi alla diffusione della cultura di pace. Moschee, centri e associazioni islamiche hanno aperto le porte a un dialogo sincero e costruttivo, da Trieste ad Agrigento. La società civile, gli artigiani del dialogo e gli attori sociali hanno la responsabilità morale di sostenere queste esperienze per dare un futuro proficuo alla nostra società.
L’Italia possiede strumenti storici e culturali da usare insieme ai nuovi cittadini per raggiungere una convivenza armoniosa basata sulla fraternità umana, sul rispetto del diverso e sulla valorizzazione delle culture.

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