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Non solo slogan: “Con l’azzardo ti giochi la vita”

Di Benedetto Riga

Il gioco d’azzardo è un fenomeno in forte crescita. Favorito dalle liberalizzazioni e dall’attività delle organizzazioni malavitose, coinvolge ormai milioni di italiani. Per tentare di combatterlo, scende in campo il mondo del Terzo Settore, che chiede una legge quadro e il riconoscimento del gioco d’azzardo patologico nei Livelli essenziali di assistenza garantiti dallo Stato.
Un fenomeno in forte espansione. “Non sono più in grado di garantire un buon livello di professionalità”. Con queste parole, Marco Baldini, conduttore con Fiorello della trasmissione “Fuoriprogramma” di Radio Uno, ha lasciato la conduzione. È affetto da ludopatia – l’ha raccontato in un libro autobiografico, “Il giocatore” – come milioni di italiani. In una ricerca, il Cnr stima in 17 milioni (42% delle persone residenti in Italia tra i 15 e i 64 anni) il numero di coloro che hanno giocato almeno una volta in un anno, in 2 milioni gli italiani a rischio minimo e in circa un milione i giocatori ad alto rischio (600-700mila) o già patologici (250-300mila), che hanno come ricaduta un forte dispendio di risorse sociali ed economiche. L’Italia è tra i primi Paesi al mondo per consumo di giochi: da un fatturato di 24,8 miliardi di euro nel 2004, si è passati agli 84,7 miliardi del 2013. Probabilmente l’impennata è dovuta alla dura crisi economica che sta attraversando il paese, ma un ruolo decisivo lo hanno avuto anche i processi di liberalizzazione di queste attività. Per non parlare degli interessi delle organizzazioni criminali (nel 2013, lo Stato ha introitato solo il 9% dell’intero monte-affari del gioco) – che associano alla diffusione delle slot-machine, la pratica dell’usura.
L’iniziativa. “Liberi dal gioco d’azzardo. Con l’azzardo ti giochi la vita”: è questo lo slogan della campagna di comunicazione lanciata da “Mettiamoci in gioco” – la Campagna nazionale contro i rischi del gioco d’azzardo promossa da Acli, Ada, Adusbef, Anci, Anteas, Arci, Associazione Orthos, Auser, Aupi, Avviso Pubblico, Azione Cattolica Italiana, Cgil, Cisl, Cnca, Conagga, Ctg, Federazione Scs-Cnos/Salesiani per il sociale, Federconsumatori, FeDerSerD, Fict, Fitel, Fp Cgil, Gruppo Abele, InterCear, Ital Uil, Lega Consumatori, Libera, Scuola delle Buone Pratiche/Legautonomie-Terre di mezzo, Shaker-pensieri senza dimora, Uil, Uil Pensionati, Uisp. Si vuole sensibilizzare l’opinione pubblica “decostruendo i messaggi illusori di vincite facili diffusi dall’industria dell’azzardo. Sono stati realizzati due spot tv e due spot radio, un manifesto, due locandine, una vetrofania, un cartello rotair, un banner per i siti, immagini coordinate per Facebook e Twitter. I messaggi sono rivolti ai cittadini e si chiede un sostegno da parte dei Comuni, perché appoggino la campagna, che prevede “l’impegno di ogni aderente – ha affermato don Armando Zappolini, portavoce di ‘Mettiamoci in gioco’ – a far circolare i materiali della campagna all’interno della propria rete, nei luoghi e negli incontri che organizza a tutti i livelli. Invece di investire soldi per acquistare spazi pubblicitari, scommettiamo sulle relazioni sociali, sulla mobilitazione delle nostre organizzazioni, dei nostri soci e volontari”.
Gli obiettivi. La rete degli aderenti chiede che venga presto approvata la legge quadro sul gioco d’azzardo e il riconoscimento del gioco d’azzardo patologico nei Livelli essenziali di assistenza garantiti dallo Stato, per i quali andrebbero stanziate risorse economiche aggiuntive rispetto a quelle ora previste nel Fondo sanitario. “Ogni persona che ha problemi di dipendenza – afferma don Zappolini – deve poter contare su un aiuto professionale e facilmente accessibile da parte dei servizi pubblici e del terzo settore accreditato”.
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